recensione diGiovanni Dall'Orto
In the key of blue: il "battuage" garbato di un vittoriano educato
John Addington Symonds, letterato e critico vittoriano nonché pioniere della liberazione omosessuale, amò l'Italia, moltissimo. E gli italiani, già che c'era...
E ne parlò nei suoi libri, come questo. Cosa che nel 1893 non era poi tanto scontata...
In questa raccolta di saggi, gli accenni all'omosessualità sono numerosi. Al lettore italiano segnalo in particolare "In the key of blue", alle pp. 1-16 di questa edizione, scritto per un ragazzo veneziano diciannovenne amato, di nome Augusto Zanon, osservato con i suoi vestiti blu in diversi ambienti e quindi con diverse sinfonie di blu ed altri colori.
Per ogni situazione Symonds ci propina un sonetto, e senza nulla togliere della mia ammirazione per lui come saggista e militante gay, sono grato alla sorte che la sua epoca ci abbia dato altri poeti, oltre a lui...
Se però si prescinde dai versi, è interessante leggere in controluce del linguaggio "artistico" (l'unico che la società dell'epoca potesse tollerare, e due soli anni prima dello scandalo Wilde) il fatto che, semplicemente, Symonds amava quel ragazzo, lo trovava bellissimo, e restava incantato ad osservare la sua bellezza fisica in varie situazioni.
Symonds ci racconta così di varie gite fatte assieme al ragazzo, di una Venezia e di un Veneto che non esistono più, ed anche di una visita a una taverna per operai assieme ad Augusto, che era un semplice facchino.
Non osando, come Whitman, limitarsi a dire che è bello andare per taverne con operai diciannovenni perché sono boni, Symonds ha avuto bisogno del pretesto di uno "schizzo" poetico e di una "sinfonia di colori". Per l'epoca, era già fin troppo audace così.
Ci ha così conservato uno spicchio di vita dell'Italia di fine secolo. Non è poco.