recensione diGiovanni Dall'Orto
Antologia di nudo sotto il nome di Gloeden
Quanto è curata la grafica di quest'opera (stampa a quattro colori, dimensione in-quarto grande - quasi in-folio - carta avoriata...) tanto è trascurata e sciatta la parte scientifica del lavoro.
Questo libro è infatti un allegro minestrone di tutti i fotografi di nudo operanti in Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento, senza escludere neppure qualche tocco porno di Vincenzo Galdi. Il tutto attribuito, tanto per far prima, al povero Gloeden.
Quel che ha fatto qui l'editore è stato pubblicare una collezione privata attribuendola in blocco al primo autore che gli veniva alla mente. Gesto interessante (in quanto documenta involontariamente la storia del gusto collezionistico e della diffusione di questo tipo di produzione) ma assolutamente azzardato per tutto il resto. Tant'è vero che la maggior parte delle foto di questo libro non è stata scattata da Gloeden (a iniziare da quella in copertina, che è di Plüschow...).
Non basta. Essendo questo il testo da cui proviene la maggior parte delle scansioni di Gloeden online, ne consegue che sulla Rete ci sono ancora (a mezzo secolo dall'inizio degli studi su Gloeden!) moltissime foto di attribuzione errata.
Questo fu, per fortuna, l'ultimo libro ad alto costo su Gloeden a scadere in tanta sciatteria: negli anni successivi la qualità del lavoro filologico è infatti costantemente migliorata. Al punto da rendere obsolete e inutili per lo studioso i testi d'opere come questa.
Il che non toglie che queste foto, ben stampate e in grande formato, siano una vera gioia per gli occhi... nonostante non siano di Gloeden.