recensione diGiovanni Dall'Orto
Banana fish 01
Questo manga giapponese del 1985 è decisamente anomalo. Ambientato a New York, nel mondo delle bande giovanili e della delinquenza, ha per protagonista un bellissimo diciassettenne biondo, Ash Lynx, capobanda criminale, omosessuale, ex prostituto...
Le mescolanza di elementi da "eroe positivo" e "cattivo" è senz'altro inusuale, così come lo è il ruolo degli omosessuali in questo fumetto: omosessuale è infatti anche lo spietato capomafia "Papa Dino" Golzine, che ha un debole per Ash e ne è stato cliente in passato. Omosessuali anche altri personaggi della serie (in 19 volumi), sia sul lato dei "buoni" che su quello dei "cattivi" ed anche "cattivissimi".
Accanto ai protagonisti già nominati appaiono poi due giapponesi, sbarcati a New York per girare un documentario sulle gang giovanili: uno dei due è il bruno ed efebico diciannovenne Eiji, assistente. E abbiamo già capito come andrà a finire...
Eiji si troverà, assieme ad Ash, prigioniero del braccio destro di Papa Dino, Marvin, che vuole da Ash un campione di droga rarissima, il "Banana fish", di cui Ash è entrato accidentalmente in possesso.
Marvin è omosessuale ha un debole per Ash, e fra le violenze che infligge al prigioniero progetta d'includere anche quella sessuale. Ma il progetto va a monte ed anzi, nel trambusto Eiji riesce a evadere...
Nota: per un vezzo snob puristico il senso di lettura del fumetto non è stato rovesciato ma conserva quello giapponese (invertito: dal fondo verso l'inizio e da destra verso sinistra).