recensione diGiovanni Dall'Orto
Cuori in affitto
Terzo, e conclusivo, volume della serie iniziata con Pazzo di te e continuata con Gente di notte. Come già detto alla recensione di Gente di notte, la lettura può saltare direttamente dal primo volume al presente (il terzo) senza perdere nessun dettaglio.
Enrico, Matteo e Veronica vanno a vivere assieme in un appartamento di fronte a quello di Francesca (la ragazza di Matteo). Durante la festa d'inaugurazione Enrico conosce Jacopo, e inizia una relazione con lui. Anche Veronica trova un ragazzo che, per un equivoco, pensa che Enrico e Matteo stiano in coppia. Per vendicarsi, Matteo presenta Francesca e la sua coinquilina come una coppia lesbica.
Non voglio rivelare l'intera vicenda e la soluzione del gioco degli equivoci, fatto sta che il passar dei mesi, per esprimermi come il risvolto di copertina, "ridimensiona l'amore fra Enrico e Jacopo alla sola passione" (sic) e pone fine alla relazione tra Francesca e Matteo. Jacopo, che sembra più maturo e risolto di Enrico, ha capito la chiave del problema: "Matteo non è gay. Stai con me solo perché non hai lui".
E Matteo (che ha dato dimostrazioni di gelosia verso Jacopo, che ha ammesso che il sesso no no e poi no, però ecco... almeno l'amore da Enrico lo desidera), nel partire per le vacanze di natale bacia infine sulla bocca l'"amico". In strada, davanti a tutti. Finale aperto: crisi momentanea, o maturazione definitiva? Non lo sapremo mai... a meno che un successo di vendite di questo albo giustifichi un sequel, ovviamente. Diciamo che la copertina non fa pensare ad un'"amicizia"...
I personaggi di questo episodio sono maturati rispetto a Pazzo di te, e si sente che percepiscono anche loro la fine di quel "tempo sospeso", alla fine dell'adolescenza, in cui non è ancora necessario fare scelte o assumersi responsabilità. La festa è quindi agli sgoccioli.
E se non altro Enrico ha fatto, alla buon'ora!, il suo coming out, frequenta amiche lesbiche e locali gay (divertente l'ambientazione di una scena al "Cassero di Porta Saragozza" di Bologna, la storica sede dell'Arcigay nazionale per molti anni, che molti (ri)conosceranno) e, a parte la sua cotta mai risolta per Matteo, ha trovato un suo certo equilibrio. Nel congedarlo, gli auguriamo che cresca infine del tutto, e risolva la sua menata con Matteo: la vita è breve, ragazzi... non sprecatela.