recensione diGiovanni Dall'Orto
Che carino! vol. 1. Adolescenti gay a fumetti
Fumetto giapponese shoonen ai (e il senso di lettura è quello giapponese, invertito) che racconta di una coppia di liceali (al primo e secondo anno di studi) che s'innamora e approfitta d'ogni occasione per fare sano sesso.
Pensato palesemente per un pubblico di adolescenti (il mondo degli adulti è totalmente impercettibile, ridotto a mero sfondo), presenta tutte le "menate" mentali, le timidezze, le paure, le contraddizioni dell'adolescente di fronte all'esperienza amorosa.
Il biondo Shinoda prende una cotta per il bruno (e più giovane, ma a quanto pare più scafato, e dominante) Ikeuchi, che però sta con una ragazza. Shinoda riesce a sedurlo, in modo goffo e impacciato... ma efficace. Al punto che Ikeuchi lascia la sua ragazza e si mette con lui.
La cosa si viene a risapere nella scuola frequentata da entrambi, al punto che Shinoda deve respingere le avances del gay dichiarato Minagawa, che ha un debole per lui. E subire uno "scherzo" per nulla privo di morbosità organizzato dall'allenatore Shin (che sta con Minagawa), che lo veste con una divisa da collegiale (femmina), suscitando l'ammirato stupore di Ikeuchi.
L'ambiguo Shin rifornisce poi Ikeuchi di vibratori, che costui si affretta ad usare su Shinoda, in una scena di rara volgarità (è palese che il concetto di "poetico" è ben diverso in Giappone e da noi).
Comunque, la relazione fra i due adolescenti proseguirà di qui in poi senza ulteriori intoppi, fra tanti bacini coccole e miao-miao, a parte la difficoltà di trovare luoghi in cui "farlo" e la loro clandestinità.
Completano l'albo una storia di seduzione sul posto di lavoro fra colleghi, e una "side story" in cui l'allenatore Shin ha un rapporto sessuale con Haruiko, che passa di ragazzo in ragazzo (e che "lo prende" solo da lui, non essendo "passivo"... ohmmyggod, che palle!) e di delusione amorosa in delusione amorosa. Haruiko parla con invidia e rimpianto dell'amore di Shinoda e Ikeuchi. E si vede proporre l'amore da Shin.
Un fumetto a tratti molto delicato e poetico, a tratti invece (specie nelle scene di sesso) molto grossolano.
Probabilmente nella trasposizione dal contesto culturale giapponese al nostro è andata persa la trama dei sottintesi ideologici dati per scontati dalle lettrici a cui è diretto il prodotto. Per questo motivo alcuni tratti dei personaggi suonano decisamente bizzarri, dalla loro rigida ruolizzazione attivo/passivo (che a dire il vero è standard in questo filone di fumetti), al fatto che il biondo "uke" (passivo) si scusa ripetutamente con il suo partner per il fatto di essere un maschio, al fatto che la relazione debba essere ri-contrattata ogni volta prima di ogni rapporto sessuale. Alla lunga, la visione dell'omosessualità che ne esce è snervante: è sottinteso che ciò che stanno facendo i due ragazzi è in-naturale e perfino degradante. Da qui un profluvio di "scusami", "posso?", "perdonami", "per te farei tutto" (...incluso il sesso).
Non aiuta il fatto che i dialoghi risultano surreali, forse per una traduzione non sempre all'altezza, o forse per il fatto che la conversazione sottintende concetti a me del tutto opachi: "Ikeuchi, a te piace vedermi vestito da donna?". "Ti ho già detto che non c'entra, no?". "Sì, è perché ho paura di montarmi la testa": chi capisce che logica ci sia dietro questo scambio di battute è bravo).
Davvero bello in compenso il tratto dell'autrice, che riesce a catturare in modo raro l'aspetto tenero e un po' smarrito dei due giovani protagonisti.