Biological exhuberance. Gli animali e l'omosessualità

3 marzo 2005, "Pride" n. 12, dicembre 1999.

Da: Animali: adesso la chiamano "esuberanza", "Pride" n. 12, dicembre 1999.


Come mai, nella vita sessuale, alcuni individui (esseri umani e animali) scelgono una strada, mentre altri no? Un nuovo studio scientifico,
Biological exuberance - Animal homosexuality and natural diversity, rimette in discussione quel che pensavamo di sapere dell'omosessualità.

E fa discutere.


  • Nell'adolescenza i gorilla vivono in gruppi del medesimo sesso e per tutto questo periodo si corteggiano a vicenda ed hanno relazioni omosessuali anche di lunga durata. Ma anche quando raggiungono l'età adulta alcuni individui continuano a preferire partner del loro sesso.
  • Gli orangutan sono stati visti e fotografati mentre praticavano il sesso orale su individui del loro sesso.
  • I delfini maschi sono stati osservati mentre avevano rapporti anali con altri maschi, mentre le femmine stimolano col "becco" i genitali di altre femmine.
  • Fra i cervi americani non solo è presente il comportamento omosessuale, ma anche il transessualismo: certi individui maschi hanno elementi fisici tipici del sesso opposto.
  • Fra gli orsi alcune femmine, dopo essersi fatte ingravidare da un maschio, gli danno il benservito e scelgono come partner un'altra femmina, allevando insieme i cuccioli della "coppia".

Dagli struzzi ai gibboni, dalle balene ai koala: tutti gli animali hanno comportamenti omosessuali, che un nuovo libro di ben 750 pagine ha ora catalogato e illustrato con fotografie e disegni espliciti.

L'atteggiamento della nostra società verso il sesso fra gli animali è molto strano e contraddittorio. Da un lato gli animali sono visti come il modello di quello che l'istinto (da alcuni identificato con Dio, da altri più umilmente con la "Natura") ci chiede di fare in campo sessuale.
Dunque gli animali sono un modello per gli esseri umani: gli uomini si lasciano "deviare" dalla via "naturale" da nevrosi, vizi, peccati, tentazioni ed altro ancora, mentre gli animali no.
Dall'altro lato però gli animali contrastano con l'Uomo perché gli esseri umani hanno la Ragione, loro invece no. Dunque gli animali sono un modello di come l'uomo non deve comportarsi, se non vuole abbassarsi al loro livello e fare "il porco" o "la vacca" eccetera.


Com'era prevedibile, in qualunque modo si ragionasse l'omosessualità ha comunque fatto la parte del cattivo. Da un lato si è detto che gli animali, che sono "naturali", non conoscono l'omosessualità, dunque l'omosessualità è "contro natura". Dall'altro si è detto che se anche gli animali conoscono l'omosessualità, questo è comunque un esempio di comportamento "bestiale", che quindi non va imitato.


Per colpa di questi pregiudizi gli studiosi hanno finora censurato le loro ricerche: se notavano comportamenti omosessuali fingevano di non vederli, o se li osservavano negli zoo, dove erano sotto gli occhi di tutti, li attribuivano al fatto che le povere bestiole erano chiuse in gabbia e, proprio come gli esseri umani in carcere, per sfogarsi facevano di tutto.
Negli ultimi anni però s'è accumulato sempre più materiale che smentisce queste vecchie certezze: ad esempio sono ormai oltre 450 le specie animali, di tutti i tipi, presso cui sono stati osservati comportamenti omosessuali, sia tra maschi che tra femmine, e nei due terzi dei casi solo al di fuori degli zoo.

Un nuovo libro appena uscito negli Usa, Biological exuberance - Animal homosexuality and natural diversity, scritto dal biologo Bruce Bagemihl, vuole ora fare il punto sulla situazione, e la sua pubblicazione ha già suscitato scalpore in tutto il mondo.
Bagemihl, dati alla mano, smonta ad una ad una tutte le spiegazioni date fino ad oggi dai suoi colleghi:

  • L'omosessualità sarebbe un sostituto dell'eterosessualità quando non ci sono partner del sesso opposto a disposizione? Sbagliato: esistono individui che in tutte le specie preferiscono partner dello stesso sesso anche in presenza abbondante di partner del sesso opposto. Anzi, preferiscono chiaramente solo individui del loro sesso.
  • L'omosessualità è causata dalla reclusione in gabbia? Sbagliato: le osservazioni di atti omosessuali fra individui osservati allo stato libero sono ormai più numerose di quelle fatte negli zoo.
  • L'omosessualità esiste perché favorisce la bisessualità, coinvolgendo in ménages à trois tre individui anziché due, dando così
    maggiore difesa alla prole? Falso: se così fosse l'evoluzione avrebbe favorito la sola bisessualità; inoltre in molte specie l'omosessualità esiste da sola, senza il parallelo della bisessualità.

E così via.


Questo libro è insomma un passo avanti per rispondere alla domanda che ci siamo fatti tutti, prima o poi: perché alcuni di noi hanno seguito una strada, diversa da quella di tutti gli altri, mentre altri no?

Più si va avanti con la ricerca scientifica e più la risposta appare evidente: perché, in un qualche modo che noi non conosciamo e non capiamo bene, l'omosessualità serve alla natura.
Non esiste infatti nessun'altra spiegazione possibile per un comportamento che in qualche modo ostacola la riproduzione. Infatti la selezione naturale elimina tutti i comportamenti di questo tipo, dato che ciò che vuole è che gli animali si riproducono il più possibile. Solo in un caso tollera svantaggi nella riproduzione: quando essi offrano vantaggi superiori agli svantaggi.

L'omosessualità deve quindi essere per forza uno "svantaggio" di questo tipo, cioè deve essere compensata da un qualche tipo di vantaggio biologico per la specie, altrimenti non sarebbe presente fra così tante specie animali.

Il problema è che purtroppo nessun biologo osa ancora sostenere apertamente un punto di vista così "audace".
Nemmeno Bagemihl, che dopo aver demolito le spiegazioni semplicistiche dei suoi colleghi alla fine non riesce a proporre nessuna spiegazione alternativa: secondo lui infatti l'omosessualità è solo, come dice il titolo del libro, un'espressione dell'"esuberanza della Natura", una "manifestazione della varietà biologica"!

Peccato: una spiegazione che non spiega nulla non è quello che ci aspettavamo.

Sarà per un prossimo libro.

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