recensione diCarmine Urciuoli
Nel nome del padre
Peccatrice: Ho frequentato per un certo tempo il movimento femminista.
Confessore (ridacchia): Non avevo dubbi, non avevo dubbi. Come mai è finita in quei bordelli ?
Peccatrice: Non li ho mai reputati bordelli.
Confessore: Non si offenda. Il fatto è che hanno lavato il cervello di molte donne, facendo dimenticare loro il vero scopo dell'esistenza. Ma non solo dimenticare. Hanno deviato la natura della donna, rendendola poi schiava di se stessa.
(...)
La donna deve stare a casa ad accudire i figli che dovrà dare al marito.
(...)
Se esce, mai da sola e mai dopo una certa ora
(...)
Se trova il marito a letto con un uomo guai a non essere comprensiva, guai ad arrabbiarsi, deve remissivamente cercare di attrarre di nuovo il marito e salvare la famiglia costi quel che costi, e che stia attenta alla propria incolumità giacché l'amante del marito potrebbe farle del male, "questi tipi qui [i gay, ndr] sono vendicativi, hanno sempre qualcosa che non va nella loro testa, altrimenti non sarebbero anormali.
(...)
Se è lesbica si cerchi uno psichiatra o un neurologo, e che siano cattolici, o frequenti una libreria cattolica, in fondo l'omosessualità non è congenita nella donna e si può guarire senza problemi, "la donna lo fa solo per divertirsi, per scimmiottare".
Se approvate una sola delle affermazioni vi prego di non leggere oltre e di fare un biglietto di sola andata per l'Iran, o un altro Stato teocratico che faccia al caso vostro, se invece avete sorriso o digrignato i denti dalla rabbia almeno un poco, meritate di vivere in uno Stato libero e laico, almeno sulla carta e almeno per ora, anche se dovrò dirvi subito che le frasi che vi hanno scandalizzato sono state pronunciate proprio nello Stato libero e democratico nel quale viviamo.
Le affermazioni riportate sono state pronunciate da preti durante delle vere confessioni, e sono state selezionate da alcuni dei capitoli di un bellissimo libro, Nel nome del padre, della psicologa Silea Balano.
La Balano, con questo libro al suo debutto, ha girato per un anno intero tre grandi basiliche romane con un piccolo registratore nascosto con sé. Ha finto di essere una peccatrice o altre volte una credente in cerca di un consiglio, è stata lesbica o moglie di un omosessuale, vittima di uno stupro o ammalata di Aids, e si è scontrata, senza alcuna eccezione, con moralismi vecchi di secoli, con un modo di pensare che supera di molto il buonsenso.
Il libro, formato dalle trascrizioni fedeli delle registrazioni, è un bel lavoro di giornalismo, documenta il modo che ha la Chiesa di esercitare uno dei suoi poteri più forti, quello psicologico, attraverso il sacramento della Confessione, ha un intento divulgativo e documentaristico, ma può essere anche un riferimento per studi sociali o teologici.
Un testo ottimo per comprendere la morale cattolica e la politica della Chiesa sulla sessualità, atteggiamento che si forma molto lontano, prima ancora di Cristo, da quell'idea platonica di corpo e anima, che San Paolo e Sant'Agostino fecero (ahinoi) proprie e che ci hanno indotto a considerare, come appartenenti a questa cultura anche da altra fazione, il corpo come qualcosa di deteriorabile e fonte di passioni, capace di inquinare l'anima, che è l'unico nostro elemento destinato all'immortalità.
Con questo importante libro si tocca con mano la profonda avversione della Chiesa cattolica per le donne, fonte, adesso e da secoli, di quel peccato che non ha definizioni e segue regole formali e vuote, lontane dalla base dei credenti.
Nel nome del padre è un libro che consiglio per questo anche ai fedeli, a coloro che desiderano operare all'interno delle proprie associazioni religiose un percorso, un dibattito, sulla sessualità e sulla dignità della donna.
Il libro ricorda per certi versi l'operazione che fece il maestro di Io speriamo che me la cavo, e mi ha anche divertito in diversi punti, pur nella drammaticità che sottendono, ad esempio per i continui lapsus dei preti di fronte alla peccatrice lesbica, "Mi raccomando non continui suora...", oppure, "Lei pensa di essere nel giusto perché è accecata da questo suo stato, ha capito sorella?", o il prete che per creare il senso di colpa si issa a difensore della morale universale: "Questo suo comportamento non lo punisce solo la morale cattolica, ma anche la mussulmana, la buddista, perché è contro la natura che Dio...", oppure, "Adesso si fa un gran parlare con questa nuova psicologia (parlando di Freud), come se una ragazza non potesse essere più casta come una volta", o ancora, "Se andate dalla polizia (per denunciare lo stupro) dite che volevate conservare il sigillo", o un altro che di fronte ad una donna stuprata farnetica: "No, non fate la denuncia, perché li volete rovinare? Tanto ci pensa il Signore ad illuminare prima o poi gli stupratori, la sofferenza passerà e poi verrà il riposo, come diceva Sant'Agostino".
Cose dell'altro mondo.