Philadelphia

4 aprile 2005, A qualcuno piace gay (La libreria di Babilonia, 1995)

E' il primo film sull'Aids prodotto da una major hollywoodiana e perciò Demme ha dovuto fare i conti con le inderogabili esigenze del cinema commerciale, scendendo a patti su alcuni punti: banalizzando le scene d'amore tra Hanks e Banderas che per tutto il film non si toccano che una sola volta, nella scena del ballo mascherato, e non mostrando mai con reale crudezza la malattia, deducibile più che altro dal progressivo, esteriore deterioramento fisico di Hanks.

Ma, tutto sommato, Philadelphia è riuscito nel difficile compito di contentare tutti: il pubblico e la critica gli hanno arriso un grande successo, ha vinto due Oscar (Tom Hanks e la bellissima canzone di Bruce Springsteen) ed è stato sostanzialmente ben accolto dalle comunità gay americane (già ostili a Demme per Il silenzio degli innocenti, accusato di sfruttare biecamente gli stereotipi negativi omosessuali).

In effetti, il film ha innegabili qualità e riesce a catturare emotivamente lo spettatore grazie ad una sceneggiatura fluida e ben giostrata e a scene dal ricco pathos, come quella in cui Hanks vive intensamente, davanti a Washington, un brano dell'Andrea Chenier, cantato da Maria Callas.

Basato su una storia vera, Philadelphia sfrutta intelligentemente due filoni di sicuro successo del cinema americano: quello giudiziario, che si sviluppa attraverso i dibattiti in tribunale e che vede alfine la vittoria dell'innocente (qui vanificata dalla morte, purtroppo attesa ed irrimediabile) e quello della malattia.

Il film il suo punto di forza nel capitale personaggio dell'avvocato in cui il pubblico medio omofobo può identificarsi, un personaggio sicuramente positivo nel suo abbandono dell'iniziale, aspra diffidenza nei confronti dell'omosessualità e della malattia fino ad un'umana comprensione. E convince nel suo assunto di fondo, da una parte nello smascherare l'intolleranza e la discriminazione che si opera verso il malato di Aids, almeno finché non colpisce qualcuno caro, e dall'altra nell'invito ad una maggiore umanità e alla giustizia.

Il tutto, non a caso, a Philadelphia, città dove fu sancita la dichiarazione d'indipendenza americana che afferma pomposamente che tutti gli uomini sono uguali.

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