recensione diFrancesco Gnerre
Confessione, La [1935-1955]
Assai esplicito il tema omosessuale in questo breve romanzo autobiografico di Mario Soldati, La confessione, iniziato nel 1935, ma ultimato e pubblicato nel 1955, forse uno dei più bei romanzi di formazione della letteratura italiana del Novecento.
La vicenda narrata è l'iniziazione al sesso di un ragazzo di quattordici anni, studente presso una scuola di gesuiti a Torino, in vacanza con la madre e la nonna a Chiavari in Liguria.
Il ragazzo è sollecitato dai suoi educatori alla santità e a stare lontano dalle donne, fonte di peccato e di perdizione, e così scopre il piacere con un altro ragazzo, un piacere dolce e sereno, senza alcun senso del peccato. Luisito non è mica una donna!
Aderire al corpo dell'amico, fare l'amore con lui è
"semplice e naturale: come bere un bel bicchier d'acqua fresca quando si è lungamente giocato e corso e si ha sete".
Appare così evidente lo smacco degli educatori: per evitare un "male" ne hanno provocato uno che dal loro punto di vista è ancora peggiore, ma la polemica contro l'educazione gesuitica, che in modi diversi percorre molta produzione dello scrittore, è risolta in un gioco libertino, cinico e leggero, nell'esaltazione spregiudicata di un piacere naturale.