Jaded - Scoppiati

23 aprile 2005, " A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995)

E' l'opera prima di Oja Kodar, l'ultima compagna di Orson Welles. La struttura a pochade, in cui pochi personaggi si muovono sulla scena collegati tutti da rapporti più o meno casuali, qui non si risolve, contrariamente al solito, in una commedia ridicola; è invece uno spunto per entrare in un'America acre e brutta - il cui crudo stile ricorda i film di Morrissey ma soprattutto l'atmosfera sfatta dei romanzi di Charles Bukowski - dove una sbandata fauna urbana si muove smarrita, galleggiando nel vuoto, senza reali valori.

La degradata Venice è il palcoscenico dove tutti - barboni, maniaci predicatori, violenti - vivono senza rispetto l'uno per l'altro, anzi scaricando le proprie nevrosi sugli altri. Un universo statico, dove i prevaricatori si scambiano con facilità il posto con gli sfruttati, dove tutti sono sfiniti, spossati (jaded, appunto) perché incapaci (ammesso che lo vogliano) di modificare la loro vita miserabile.

L'unico valore è il sesso, visto attraverso con una greve fisicità, vissuto sì con libertà ma anche, al momento opportuno, mezzo per offendere, per ripagare oppure come merce di scambio.

La stessa Kodar, nei panni della cantante Orsino (omaggio a Orson Welles, presente anche nei panni di Shylock in uno spezzone di un Mercante di Venezia mai terminato) capitata lì per caso, è una cantante ninfomane, dai modi prepotenti.

L'omosessualità di molti personaggi (Angel, Joe, Sara e la coppia delle due fotografe) rientra pienamente in questo gioco a cui nessuno si può sottrarre. E che offre momenti forti nel pompino iniziale di Angel e nella punizione del bel Joe che viene dato in pasto a quattro uomini leather le cui armi - manganelli, manette, catene - e una lampo che si slaccia fanno ben capire quale sarà la sua sorte.

Tutti i personaggi, nonostante la macchina da presa vaghi senza voler dare giudizi, appaiono desolatamente soli e sgradevoli, compresi Angel e Rita, gli unici che inizialmente ispirano una certa simpatia.

Un tono volutamente fastidioso, compensato per fortuna da un umorismo spesso calzante e da alcune felici caratterizzazioni, come i vicini di casa o i barboni.

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