Desperate Housewives

8 maggio 2005, "Pride", maggio 2005

È il caso televisivo dell'anno: Desperate housewives - i segreti di Wisteria Lane, un delirante pastiche con svirgolate camp e spruzzate di mistero e spruzzate di mistero alla David Lynch.

E dire che il "disperato" all'inizio era proprio lui, il creatore della serie, Marc Cherry. Un tempo al top come produttore di The golden girls, si era persino indebitato per produrre questa bizzarra soap opera scritta da lui medesimo col curioso titolo Desperate housewives (Casalinghe disperate), che inizialmente però non trovava casa.
La comprò poi la rete tv ABC che si ritrovò tra le mani una vera gallina dalle uova d'oro, capace di catalizzare ventuno milioni di spettatori al suo debutto e conquistare la critica riuscendo ad accaparrarsi il "Golden globe" come miglior serie televisiva e quattro nominations alle attrici (l'ha poi spuntata l'"incendiaria" Susan Mayer, interpretata da Teri Hatcher).

Cherry, gay dichiarato, si autodefinisce un "gay repubblicano conservatore" e sostiene che "essere omosessuale mi ha aiutato a capire meglio le donne: sono sempre stato affascinato dall'universo femminile e ho sempre avuto tantissime amiche, una circostanza che non capita spesso agli uomini eterosessuali".
E il segreto di tanto successo è proprio nella riuscita miscela delle personalità femminili del serial, raccontate con un gusto sofisticato tra il sardonico e il camp, che si fa beffe dello stereotipo della "casalinga modello" dimorante in un tranquillo e colorato sobborgo residenziale americano.
Le sue casalinghe sono all'apparenza belle, ricche e appagate, senza problemi e difetti, come in La donna perfetta, ma in realtà sono sconvolte da un serie infinita di imbarazzanti scheletri nell'armadio che sveleranno omicidi, tradimenti, furti e crimini di varia gravità.

La serie va in onda da noi sul canale satellitare Foxlife ed è commentata da una voce off (come in Viale del tramonto e American beauty) che appartiene a Mary Alice Young (Brenda Strong), la casalinga il cui suicidio nel primo episodio è il filo rosso che alimenta il mistero per tutta la durata della serie.
Tanto più che le vicine trovano un allarmante biglietto spedito alla donna in cui c'è scritto: "So quello che hai fatto: mi dà la nausea.
Dirò tutto" e iniziano a indagare. C'è la volitiva Susan che s'innamora dell'idraulico tutto muscoli Mike Delfino, conteso con la biondona ninfomane Edie.
C'è l'affannata Lynette, alle prese coi tre figli superpesti.

C'è l'ingorda Gabrielle, amante del giovane giardiniere, mentre il possessivo marito Carlos arriva a picchiare l'attivista gay Jonathan, convinto che abbia una tresca con la moglie.
Infine c'è la dolce Bree Van De Kamp, tutta fiocchi e sorrisini con famigliola felice da fiaba (finta, poiché il marito in realtà non la sopporta più), interpretata dalla fascinosa rossa Marcia Cross, che molti ricorderanno come la perfida dottoressa Kimberly di Melrose Place e che è stata protagonista di un presunto coming out, finendo sulla copertina della rivista gay The Advocate col titolo "Anatomia di un pettegolezzo": pare sia lesbica e fidanzata con una nota executive di Hollywood.
Suo figlio, nella serie tv, farà invece nella prossima stagione un ufficiale coming out, dopo aver investito con la macchina Juanita (l'ingombrante madre di Carlos, fanatica di gioco d'azzardo) e averla mandata in coma all'ospedale.

Ma la famiglia più inquietante è proprio quella dalle ombreggiature lynchiane della defunta Mary Alice: già nelle prime puntate si scopre il marito alle prese con una cassa contenente resti umani e il figlio Zak, traumatizzato dalla morte della madre, che passa il tempo a pulire il parquet dove hanno trovato il cadavere della donna suicida.
Arriva persino a confidare a una stupefatta Bree che la mamma si è tolta la vita per qualcosa di tremendo di cui si addossa la colpa.

Non mancano le situazioni piccanti alla Sex and the city, con Bree che con sublime eleganza confida all'analista, desideroso di assistere agli amplessi della coppia, perle di tal fatta: "Io adoro il sesso. Mi piace tutto del sesso: le sensazioni, gli odori eccitanti, ma più di tutto il corpo maschile. Quel fascio di muscoli premuti contro il mio corpo.
Adoro quando ci si sfiora. La sensazione di far scivolare delicatamente la mia lingua sui capezzoli di un uomo.
Per non parlare dell'atto in sé! Due corpi che si fondono per arrivare all'eruzione finale del piacere.
Guardi, l'unica cosa che non mi piace del sesso è lo scroto. Ne riconoscono le implicazioni pratiche ma non ne sono patita".

Solo un gay avrebbe potuto scriverlo!

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