Sei gradi di separazione

19 maggio 2005, Babilonia 136, settembre 1995

Paul (Will Smith), un bel ragazzo mulatto, irrompe un giorno nella casa di Flan (Donald Sutherland), un ricco mercante d'arte di Manhattan, sposato con l'elegante Ouisa (Stockard Channing).

I due rimangono affascinati dal talento e dalla voglia di vivere del ragazzo che racconta loro di essere compagno dei due figli studenti a Harvard e di essere figlio di Sidney Poitier. Ma poi scopriranno come sia solo un millantatore, e non solo con loro.

Proprio come il protagonista di Teorema, Paul riesce però a mettere in crisi il mondo fatato di Flan e Ouisa. Esuberante e confuso nei suoi ambiziosi progetti di entrare a fare parte di un mondo più grande del suo, Paul ha viceversa le idee chiare nella sfera sessuale, che vive come una componente naturale della vita, con goduria e arguzia: grazie al sesso carpisce le informazioni utili per il suo gioco, scarica la sua gioia facendo l'amore con una marchetta nella casa dei suoi ospiti e possiede, dopo averlo sedotto ingannandolo, Rick, un prestante ragazzo.

E' la storia dello splendido film dell'australiano Fred Schepisi, Sei gradi di separazione, una commedia di stampo teatrale, intelligente e sottile, che riesce a strappare emozioni e a porsi domande sensate sull'identità dell'uomo, sui ruoli sociali, sul rapporto dialettico fra l'arte e la vita. Un modo per mostrare come fra l'angelo e il demone non ci sia poi un'enorme differenza, proprio come fra il caos e l'ordine raffigurati uno affianco all'altro in un dipinto di Kandinskij che ritma e dà senso a tutto il film.

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