recensione diVincenzo Patanè
Dimenticare Venezia
Candidato all'oscar, il film ebbe uno splendido successo di critica e di pubblico, nonostante si proponga denso di simboli. Elegante e raffinato, è pervaso da echi viscontiani e bergmaniani oltre che letterari, affini al decadentismo di Mann e Proust.
L'efficace titolo rimanda a Venezia, città cristallizzata nella storia e luogo mitico per eccellenza, ideale banco di prova per i protagonisti del film per verificare la validità dei propri valori ancestrali e quindi del proprio io, ancora pienamente intessuto di essi. Rinunciare al viaggio per Venezia, così come la morte di Marta, significa rompere definitivamente i ponti con il proprio passato, cercando finalmente, ammesso sia possibile, una realtà sradicata dalle seduzioni dell'infanzia e della giovinezza, dal sapore ad un tempo dolce ed ingannevole.
In questa frattura, che dà il coraggio a Nicky, Anna e Claudia di nuovi orizzonti, non pochi hanno visto il preludio all'abbandono dell'omosessualità. In questo essa assume evidentemente il valore di un rifiuto di crescere.
In realtà, la presenza di due coppie, peraltro così diverse (il maturo Nicky con l'esuberante e bel Picchio, l'estroversa Anna con la remissiva Claudia) ha creato in molti critici un evidente imbarazzo; l'omosessualità è stata perciò vista come il capro espiatorio di un storia che invece non è altro che la cronaca di un taglio netto, che costringe i personaggi a prendere atto che qualcosa è cambiato.
Nicky ed Anna, più legati a Marta e alla villa, sono i personaggi-fulcro, coloro che rivivono in cinque flashback le seduzioni di quella casa dove furono fanciulli e dove Nicky rimarrà solo, non certo però per rifiutare la sua omosessualità ma perché accetta compiutamente la propria senilità, come si vede nella scena della sfera di cristallo, quella con cui suo padre fingeva di leggere uno splendido futuro nelle festicciole di loro bambini, che si rompe definitivamente.
L'omosessualità, pur evidente e declamata, si inserisce nell'atmosfera affascinante e soffusa del film e non offre momenti di voluttà, a parte il nudo dell'atletico Picchio; e ciò nonostante essa è un dato fondamentale per lo sviluppo della storia.