recensione diDaniele Cenci
Omofobi, vil razza dannata!
"Il pregiudizio anti-omosessuale dalla Bibbia ai giorni nostri" recita il sottotitolo di quest'opera.
L'homophobie di Borrillo e il Dictionnaire de l'homophobie curato da Tin ci saranno preziosi compagni di viaggio nell'esaustivo scavo che un'impagabile coppia di italiani "alla Bouvard e Pécuchet" ha condotto calandosi nelle miniere del passato, percorrendo i sotterranei del presente, riportando alla luce interi filoni di idiozie partoriti ai danni di milioni di persone lesbogay e trans.
Sulla spinta di farneticanti Torquemada, in nome di una natura-Moloch e di una Scienza-feticcio, il potere patriarcale ha maciullato per secoli il desiderio omoerotico. Ha condannato alla morte (in)civile le identità sessuali non conformi alle sue leggi. Ha brandito come una clava la sua più temibile invenzione: il concetto del "contra naturam", vero e proprio marchingegno di tortura.
Nel corso del tempo, Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo furono spesso in sintonia nell'emanare le proprie inappellabili sentenze, partendo da impianti culturali e etici all'apparenza diversi, ma sempre pronti ad infierire sui più deboli (e a risparmiare i privilegiati in grado di comprarsi una complicità o un silenzio).
Gli autori si avventurano nei meandri della Storia, alle radici di una patologia che non cessa di perseguitare l'umanità intera: l'omo(lesbo/trans)fobia.
Gli anatemi urlati negli abbecedari delle tre religioni monoteiste inaugurano il vergognoso catalogo dell'ignoranza, del ricatto e della violenza anti-omosessuale perpetrata su vasta scala e con accanimento "terapeutico" fino ai nostri giorni.
Gli autori squadernano i codici penali dell'intero pianeta, stendono una dettagliata mappa dell'intolleranza.
Con abile montaggio, mettono alla berlina le fantascientifiche teorie sbrodolate sull'altare dell'educastrazione da medici, psichiatri e altri spacciatori assortiti dell'Ortodossia. Basta loro la sola forza delle citazioni per smascherare le deliranti elucubrazioni di questi psico-poliziotti del Sistema.
E sviscerano poi, a partire dalla letteratura e dalle enciclopedie, le "ragioni" della normalità, gli sconcertanti alibi che hanno armato la persecuzione: un inquietante stupidario in pillole del pregiudizio.
Finalmente, dopo aver attraversato le paludi dell'omofobia, il lettore approda alla limpida sorgente dei maestri del gusto omosessuale (un florilegio che spazia dai classici - Catullo, Petronio, Abu-Nuwas, Michelangelo - fino a Rimbaud, Genet, Jarman): a conferma del fatto che l'arte, l'intelligenza e la verità possono essere calpestate e derise, mai del tutto prosciugate.
Le 500 note che corredano Omofobia sono lì a testimoniare il certosino impegno profuso nel documentare l'odio anti-omosessuale in tutto il suo orrore, sulla scia di un indimenticabile, insostituibile archeologo del sapere: Michel Foucault.