recensione diDaniele Cenci
Principesse azzurre, n. 1
La scrittrice e giornalista Delia Vaccarello ha curato una scelta di racconti "d'amore e di vita di donne tra donne", dove convergono vissuti e stili espressione delle varie aree culturali della Penisola e delle diverse anime dell'altra metà del cielo.
Nell'introduzione, tutta intessuta di un denso linguaggio metaforico, Delia sa "sprigionare" con una carica straordinaria le ragioni della scrittura al "femminile plurale"; e un piccolo gioiello è la sua novella Ti amo come una bestia, forse ispirata a Flush, vita di un cane della Woolf.
Troviamo poi l'inesauribile Barbara Alberti, che ambienta Arma segreta in una casa di piacere della campagna umbra di fine '800, e ci trasporta, con un'inventiva frizzante, nelle strategie vincenti tramate dall'anziana prostituta Rannusia per conquistare la piccola Giolli.
Pura poesia i frammenti del discorso amoroso -Lamore - cesellato da Rosanna Fiocchetto, una delle sorelle maggiori del nuovo lesbo-femminismo [suo il saggio L'amante celeste, 1987, di fresca riedizione]; la stessa autrice trasfigura in Librando (gioco di parole tra "spiccare il volo" e i libri), in una magica atmosfera, il quotidiano impegno nella storica "Libreria delle Donne" di Roma.
La Malsano esplora in Persuasione virtuale i labirinti di un'erotica passione tra Lara e Milena; Sara Zanghì scrive la fiaba di Martina, sedotta in una Venezia onirica dal "fantasma parlante" di Nicole.
La sorprendente Iceblues narra di una maternità lesbica in Il bambino nel giardino dei girasoli; autentico fuoco d'artificio linguistico Annegamilamente di Laddor, di ambientazione "fantascientifica".
Godibilissime anche le originali storie di Viganò, Iodice e de' Pasquali