recensione diDaniele Cenci
John Waters. Una vita per il cinema... trash
Un monumento esaustivo, dedicato a John Waters, Principe della trasgressione e del trash, di cui si sentiva la mancanza in Italia.
All'inesauribile regista, appena celebrato a Torino con una retrospettiva, Zagarrio dedica una biografia intellettuale in cui l'opera viene ricompresa in una ricchissima rete di suggestioni, prestiti e influenze.
Ne emerge un insospettato ritratto di autore incentrato sull'estetica del kitsch e del feticismo e su una messa in scena tutta tesa tra avanguardia e provocazione.
Vengono analizzati magistralmente capolavori come Pink flamingos, Polyester, Grasso è bello fino al recentissimo A dirty shame, senza tralasciare l'esplorazione (ricca di sorprese) delle sceneggiature, dei saggi e delle interviste, e il formidabile sodalizio con lo straripante travestito Divine (prematuramente scomparso), musa ispiratrice e interprete di molte pellicole di Waters.
Il testo è impreziosito da numerosi fotogrammi tratti dalla vertiginosa filmografia del Maestro di Baltimore.