recensione diGiulio Verdi
I'm coming out, I want the world to know...
Sue Perkins è nota ai più come attrice comica e conduttrice radiofonica e televisiva, sempre in coppia con l’amica di vecchia data Mel Giedroyc: il duo attualmente presenta The Great British Bake Off, talent show della BBC sui prodotti da forno. Mentre l’umorismo tele-culinario nostrano è ancora fermo a piselli e salsicce, la versione originale si configura come un programma ad altissimo contenuto camp: almeno metà dei concorrenti uomini sfornano torte sovradimensionate per compagni e mariti, mentre Perkins si lascia andare spesso e volentieri a battute su alcolismo e sesso («I’ve never eaten a nun before!» ha per esempio confessato, mentre i pasticcieri preparavano delle religieuse).
Forte del successo riscontrato con Bake Off e dell’appoggio della BBC, qualche mese fa Perkins si è decisa a scrivere la sit-com che aveva in cantiere da dieci anni. Heading Out è la storia di Sara, veterinaria lesbica in procinto di compiere quarant’anni, riluttante a intraprendere relazioni a lungo termine e a fare coming out coi genitori. Per il compleanno, gli amici le regalano una maestra di vita in carne e ossa – la cialtrona zen Toria – nella speranza che Sara riesca a trovare il coraggio di dare una svolta alla propria vita. Il personaggio di Sara non è del tutto autobiografico: Perkins non ha mai nascosto la propria omosessualità (specialmente ad amici e parenti), ma spesso si ricorda che subì un outing pubblico e in diretta televisiva dall’ex fidanzata, l’attrice Rhona Cameron, nel 2002.
Le situazioni e gli equivoci di Heading Out sono quelli tipici di una sit-com vecchio stile: c’è l’amico che sembra gay ma in realtà «ha tutti i lati peggiori degli uomini gay senza possederne i pregi», c’è l’amica detonata che risponde soltanto ad alcune parole d’ordine, c’è la pipì fatta per sbaglio in un antichissimo vaso cinese da due milioni di sterline.
L’insieme risulta comunque gradevole: Perkins riesce a tirar fuori il massimo anche da momenti convenzionali, e le guest star sono fenomenali. Mel Giedroyc è chiamata a interpretare una glaciale contessa russa il cui levriero fatica a copulare con una nobile cagnetta discendente dei Romanov. Raquel Cassidy, già brillante anima comica di Teachers insieme al futuro uccisore di zombie Andrew Lincoln, appare nel terzo episodio di Heading Out e lo rende il migliore della serie. Interpreta Sabine, l’ex compagna francese (quindi sanguigna, plateale, sessuomane) di Sara: nonostante non sia il massimo dell’originalità, la scelta di girare le scene di Sabine in bianco e nero e con abbondanza di piani ravvicinati très dramatiques – come si trattasse sempre del climax patemico di un film di Renoir – è gestita in modo sopraffino (anche perché tutti gli attori recitano in un Francese egregio e fanno battute sulla passione dei popoli mediterranei per un oscuro rituale dal nome “bunga-bunga”).
A causa di ascolti immeritatamente bassi, la serie è stata chiusa dopo la prima stagione.