recensione diGiovanni Dall'Orto
Amori lontani. Storie di coppie e di libri [2006].
Per chi ama i libri è sempre bello incontrare una "anima affine", come è l'autrice di questo bell'albo a fumetti, impegnata a intrecciare le storie delle vite dei suoi personaggi con gli incontri continui con i libri, citati sempre in bell'evidenza. Al punto che buona parte della vicenda si svolgerà nella libreria-bar aperta da uno dei due componenti della coppia gay che lega due dei quattro protagonisti dell'albo.
Purtroppo però può accadere di fare, per amore, cose che alla luce della razionalità non funzionano bene quanto ci suggeriva il cuore.
E così accade ahimè anche nel caso di questo libro. La storia inizia con un primo episodio (che racconta la nascita dell'amore fra i due ragazzi) dal tono denso ma lieve, pacato ma scorrevolissimo, per poi incupirsi via via con strati sempre più spessi di problematiche esistenziali, di problemi famigliari e di debordanti citazioni letterarie, che s'impilano implacabili, come una lasagna che per eccesso di generosità della cuoca rischia di debordare dalla teglia. Qualche strato in meno di problematiche, e qualche strato di citazioni letterarie in meno, avrebbe sicuramente giovato alla riuscita della ricetta, dato che qui a tratti il gusto della carta stampata rischia di coprire l'aroma sempre tenue della vita.
Così la coppia di ragazzi traballa sotto l'immaturità di uno dei partner che non vuole sentirsi "legato", le due amiche faticano a gestire i loro rapporti con gli uomini, e tutti i personaggi hanno rapporti che vanno dell'inesistente al gravemente disfunzionale con le rispettive famiglie, trascinando per tutta la vicenda questo cordone ombelicale mai reciso, o mal reciso, coi genitori.
Che dire? È tutta e solo questione di gusti, lo riconosco. Ma a parere del mio personale gusto ci sono troppi sapori, in questo piatto. Per riprendere un'immagine usata dall'autrice, è come il panettone per una persona che ama il panettone e le uvette, ma non i canditi. Ripeto, questioni di gusti, però se uno non è entusiasta dei canditi non può farci niente, se il panettone ne è pieno. A parte sputarli.
Così, per dirne una, a me i canditi delle storie di famiglie disfunzionali sembrano particolarmente noiosi: alla mia età l'idea che un adulto e maggiorenne e vaccinato si disperi ancora perché mammà non lo capisce e papà non l'amava per davvero, provoca non identificazione ma fastidio ("Ma crescete alla buon'ora, "bamboccioni"!").
Ciò detto, la storia è, come dicevo all'inizio, bella, perché l'autrice sbaglia forse per troppo amore del letterario, ma il suo lavoro lo sa fare bene e riesce a salvare comunque la navigazione ed evitare il naufragio.
Il racconto iniziale (quello che racconta la nascita dell'amore fra i due ragazzi) ha talmente azzeccato il tono, nel giusto equilibro tra il "fare letteratura" e "disegnare un fumetto", da meritare, da solo, l'acquisto del volume. Le storie che stanno nel mezzo sono anch'esse ben scritte, anche se il tono s'incupisce poi via via, fino a culminare nell'episodio conclusivo, che è addirittura incorninciato da un funereo bordo tutto nero.
Peccato.
Tuttavia, una cosa è sbagliare per troppa superficialità, tutt'altra è sbagliare per troppo amore della letteratura, e dei libri. Dovendo scegliere, preferisco chi sbaglia nel secondo senso, perché qualcosa da salvare in questi casi lo si trova sempre, a differenza che nel primo caso (molto comune tra certa ripetitivissima produzione giapponese boys' love). Alla fine, quindi, non mi sono pentito del mio acquisto.
Forse è solo che sono troppo vecchio per apprezzare storie di un uomo adulto che soffre tanto perrché la mamma non gli vuole bene... ma se fossi un uomo di 25 anni, mi ci riconoscerei, a giudicare da quanto vedo accadere attorno a me...
Infine: da milanese ho apprezzato la particolare cura dedicata a delineare, senza mai ritrarla per davvero, una Milano riconoscibilissima, eppure a tratti sognata e
trasfigurata come in un ricordo ideale: certamente più bella di quanto appaia a chi vi passa, ma bella quanto sa essere per davvero per chi la sa apprezzare.