recensione diDaniele Cenci
Piccolo messaggero dei nostri corpi
Provincia francese, fine '800: Joseph e Roland hanno solo sette anni quando in collegio si sono sentiti perdutamente attratti l'uno dall'altro.
Da allora niente ha potuto separarli: salvo ora la morte che si è portata via Joseph.
Roland vuole per un'ultima volta risuscitare la loro vita insieme, discreta e segreta, di cui resta traccia nelle lettere e in trent'anni di appunti. Ma non si fida dei ricordi.
Così, in un quaderno destinato a divenire la loro "opera in comune", comincia ad alternare i testi di Joseph e i suoi come elementi d'un arazzo, dove si disegna la loro storia attraverso le grandi linee di un'esistenza apparentemente sottomessa ai ritmi quotidiani.
Più che il matrimonio con le sorelle Bérard, gli eventi che li hanno per sempre segnati sono l'incontro con l'adolescente Sandro a Taormina e l'arrivo del piccolo Martial a Saint-Pardom col gatto Tityre: ore di estasi e di tenerezza, ore dileguate che compongono la storia appassionata del loro amore.
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Yves Navarre nasce il 24 settembre 1940 a Condom, in Francia.
Sfuggito al padre che voleva farlo lobotomizzare per 'guarirlo' dalla sua omosessualità, si dedica alla narrativa e al teatro.
Dà alle stampe Les Loukoums, Le Petit Galopin de nos corps (1977), Portrait de Julien devant la fenêtre, Le Temps voulu, Le Jardin d'acclimatation (1980, Prix Goncourt; tr. it.: Il giardino zoologico, Edizioni del Cardo, 2007), Ce sont amis que vent emporte: in tutto 30 romanzi e 15 drammi.
Muore a Parigi il 24 gennaio 1994 per un'overdose di barbiturici.