recensione diDaniele Cenci
Il teatro inopportuno di Copi
Raúl Damonte (Buenos Aires 1939 - Parigi 1987), in arte Copi per via del ciuffo ribelle (copito), polimorfo autore di mitiche "strisce" (La donna seduta, Il fantastico mondo dei gay) e fulminanti romanzi (Il ballo delle checche, La cité des rats), prima di essere strappato alla vita a 48 anni dall'AIDS, aveva avuto modo di segnare il suo tempo con un'opera teatrale inquietante e surreale, dove
"l'identità del personaggio è frantumata e riverberata in una caleidoscopica trans-identità"
che supera la polarità dei sessi.
Una carriera precocemente interrotta, che ha il suo coronamento tragicomico in Una visita inopportuna sul finale corpo a corpo con la morte.
Stefano Casi cura un discorso a più voci incentrato su Temi, Intrecci, Letture, Sconfinamenti, Memorie, in cui si segnala "Il soggetto fuori di sé" di Marco Pustianaz.
Arricchiscono il volume un portfolio a colori degli allestimenti, una storia della fortuna in Italia, una biografia e una teatro-video-bibliografia.