Fumetti corsari

Quando Disney incontra l’animazione giapponese: intervista agli autori di un nuovo fumetto erotico gay a tema piratesco, Black Wade.

10 gennaio 2014, Pride n. 124 – Ottobre 2009

Ci aveva già pensato Johnny Depp, a trasformare il protagonista di una serie di film per bambini come il Jack Sparrow di Pirati dei Caraibi in una drag queen debosciata. L’attore ha più volte dichiarato, infatti, di aver interpretato il personaggio pensando quantomeno ad una certa sua “ambiguità sessuale”.  Del resto, gli studi storici che confermano l’esistenza di relazioni omosessuali a bordo delle navi bucaniere a partire dall’epoca moderna non mancano. Due per tutti: Bandits at sea: a pirates reader di C.R. Pennele Sodomy and the Pirate Tradition, di B.R. Burg.
I tempi erano ormai maturi perchè si realizzasse una storia a fumetti di pirati fieramente omosessuali: ecco Black Wade!
Gli autori del fumetto sono due quarantenni, Franze e Andärle, cremasco il primo e bolzanino il secondo.
Insieme si sono occupati della storia, affidata poi ai disegni di Franze e ai colori di Andärle.
«Il mondo dei pirati ci è sembrato fin da subito adatto ad un racconto omoerotico: un vascello pieno di uomini rudi, virili, sempre a caccia di avventure, ci solleticava la fantasia…», racconta Andärle.
La trama è semplice. In una zona imprecisata dell’Atlantico, in un Settecento sui generis, il giovane tenente inglese della marina britannica Jack Wilkins, promesso sposo alla nipote del suo capitano, viene fatto prigioniero dai pirati al comando del terribile Black Wade, che decide di farlo prigioniero. Ma poi lo risparmia: ha in mente di trasformarlo nel suo giocattolo sessuale. Il destino si mette di mezzo, e tra i due aitanti marinai dalle origini così diverse nascerà ben presto un sentimento più profondo…
Per ora non esiste un’edizione nostrana del libro, che è uscito invece in due versioni cartonate a colori con due case editrici estere specializzate in fumetto gay a tema erotico: la tedesca Bruno Gmünder (con il titolo Black Wade; i suoi libri sono sempre in inglese) e la francese H&O (col titolo Jimbo).

Com'è nato il vostro fumetto?
Franze: È nato per scherzo, circa quattro anni fa. Un giorno ho mostrato un disegno di nudo maschile ad Andärle e lui lo ha colorato per divertimento. Da lì ci venne l’idea di costruirci attorno qualcosa. Elaborammo varie idee per una storia ambientata nel mondo dei pirati e scrivemmo assieme il soggetto. Mandammo una presentazione a Bruno Gmünder, senza aspettarci nulla. Invece ci risposero quasi immediatamente, dicendosi interessati. Allora ci mettemmo subito al lavoro…
La BG chiese solo un numero maggiore di tavole per poter realizzare un'edizione cartonata. Poi, in fase di traduzione, ci chiesero anche di cambiare il nome del protagonista Jimbo, che pare non fosse abbastanza macho! Così siamo giunti al compromesso di "Black Wade".
Andärle: La francese H&O ha preso invece il progetto così come l'avevamo creato. Ecco il motivo dei titoli diversi tra edizione inglese e francese.

Perchè proprio i pirati gay? Vi siete ispirati alle recenti ricerche storiche oppure il tema è una vostra passione?
F: È solo passione condivisa. Piacciono ad entrambi le ambientazioni piratesche.
A: La spregiudicatezza dei pirati contrapposta alla rigida disciplina della marina britannica offrivano la possibilità di esaltare le differenze caratteriali dei due protagonisti: selvaggia e irruenta quella di Jimbo/Black Wade, repressa e rispettosa delle regole quella di Jack.

Come avete scelto il tipo di disegno e di atmosfera da dare al fumetto? Il tratto ricorda lo stile dei lungometraggi Disney, molto distante dall'immaginario omoerotico...
F:  L'atmosfera volevamo che fosse prevalentemente molto cupa, per il resto mi piaceva l'idea di rendere omaggio al cartone animato di Lady Oscar: personaggi in divisa, combattuti caratterialmente, dame in abiti lunghi; diciamo che amo disegnare pizzi e merletti. Lo stile di disegno è il mio, probabilmente influenzato da Disney perchè mi piace, ma amo anche gli anime giapponesi e la nuova stilizzazione dei supereroi televisivi animati. In realtà non ho pensato all'omoerotismo.
A: Essendo un progetto nato per divertimento, mi sono espresso nel modo più spontaneo possibile. Personalmente amo lo stile pittorico e l'utilizzo di pennellate negli sfondi del fumetto mi offriva la possibilità di descrivere meglio mari burrascosi o stive sporche e umide.

Quali sono le vostre fonti di ispirazione? Magari qualche altro autore gay di fumetti...
F: Per le scene di sesso abbiamo avuto come riferimento molti film hard gay. Tra gli autori di fumetti, ammiro molto Gengoroh Tagame, disegnatore giapponese gay.
A: Quando lavoro cerco il maggior numero possibile di fonti di ispirazione: film, libri, quadri, fumetti, musica, ogni cosa che parlasse di pirati mi poteva tornare utile.

In che modo avete dosato l'aspetto erotico-pornografico, rispetto all'ambientazione storica e alla trama?
F: È tutta opera nostra, nessuna dritta dagli editori. Ci interessava principalmente che il libro avesse una storia. Io sarei stato, per carattere, più sul romantico, mi bastava rappresentare gli sguardi tra i vari personaggi. Ma per un fumetto erotico bisognava fare anche scene di sesso. Abbiamo discusso molto su come gestire questo aspetto, speriamo di essere riusciti a fare qualcosa di non volgare, anche se esplicito.
A: Al giorno d'oggi in internet è facile reperire materiale pornografico, per questo un fumetto deve offrire qualcosa di più. L'erotismo scaturisce dal contesto in cui si svolgono le scene di sesso, quindi la storia è molto importante per rendere interessanti anche le scene più esplicite. L'intento era quello di raccontare una vicenda in cui la passione e il sesso fossero elementi importanti, sia se ispirati da violenza e da volontà di sopraffazione oppure dall'amore e dalla voglia di condivisione.

Cosa pensate del panorama del fumetto gay italiano e internazionale?
F: Il fumetto gay italiano è uno strazio! È quasi inesistente. Ma forse è il mondo del fumetto italiano in generale ad avere problemi. All'estero è più semplice e forse gli editori rischiano di più, ci sono dei disegnatori professionisti di fumetti gay eccellenti! Peccato che siano poco conosciuti…
A: Jimbo è la nostra prima esperienza di fumetto a tematica gay, non conosco molto bene il mercato specifico. L'impressione è quella di un settore di nicchia all'interno di un ambiente già di per se penalizzato: il fumetto come linguaggio non è molto valutato in Italia, rimane un'arte minore. Figuriamoci quello omosessuale…

Pensate che ci sarà più spazio per opere come la vostra, in futuro, oppure il fumetto gay si rivolgerà sempre ad un pubblico ristretto?
F: A mio parere  il fumetto gay sarà sempre una lettura per pochi.
A: Il fumetto gay comico-satirico, come quello di Ralf König, ha un pubblico più vasto ed eterogeneo. Già per racconti come quelli di De Giovanni&Accardi (con la saga di Matteo e Enrico), che io trovo molto validi, penso che il numero di lettori si riduca. Il genere omoerotico ha ancora più difficoltà ad imporsi: la distribuzione avviene solo in negozi di settore o via internet.

Black Wade/Jimbo può trovare lettori anche al di fuori del pubblico gay?
F: Credo che possa piacere anche ai non gay: abbiamo notato che molte donne lo adorano!
A: Noi abbiamo cercato di realizzare un prodotto molto curato fin nei dettagli, nella speranza che possa venire apprezzato anche da appassionati non omosessuali.

Siete entrambi italiani ma pubblicate con due editori esteri. Segno che non c'è spazio, in Italia, per il fumetto gay? Vi siete scontrati con qualche resistenza, in Italia, proponendo il vostro progetto?
F: Gli editori esteri che abbiamo contattato ci hanno dato fiducia e hanno creduto nel nostro lavoro. Più che esserci scontrati con delle resistenze, non ci hanno proprio considerato, in Italia!  Oltre perché gay, anche averlo realizzato interamente a colori può risultare un ostacolo, visti gli alti costi di produzione. Rimane la speranza che qualche editore italiano, anche piccolo, decida di pubblicare il nostro fumetto.
Abbiamo deciso di firmare con degli pseudonimi per mantenere divise le nostre produzioni, perché di solito lavoriamo nel fumetto e nell’illustrazione rivolti all'infanzia. Questo non vuol dire che non andiamo fieri del risultato finale di Jimbo, anzi!

Cosa pensate della situazione politica e sociale italiana, a proposito dei diritti omosessuali?
Frequentate qualche associazione gay delle vostre parti?
F: Penso sia un dramma: no comment! Siamo indietro anni luce rispetto ai diritti umani in generale, figuriamoci quelli gay. Non frequento associazioni.
A: Mentre c'è un'Europa che marcia verso l'allargamento dei diritti, in Italia vengono di fatto ridotte le libertà individuali e la discussione su temi sociali e politici è di livello davvero basso. C’è sempre più diffidenza verso ciò che viene considerato "diverso". Al dialogo si sostituisce spesso la violenza verbale e fisica, le notizie di aggressioni ai danni degli omosessuali sono sempre più frequenti. Io sono attivo da molto tempo nel circolo Arcigay della mia città, per alcuni anni ho fatto parte anche del direttivo.

Avete in cantiere altri fumetti a tema gay?
F: In realtà qualcosa sto facendo, ma è più che altro un passatempo. Anche Jimbo è stato realizzato nei ritagli di tempo, per cui ci riaggiorniamo tra qualche anno...
A: Le idee sono sempre molte! Al momento però non ho ancora nulla di concreto in produzione.

Siete fidanzati? Se sì, i vostri fidanzati cosa dicono, di questo fumetto?
F: Ho avuto un compagno per tredici anni, ma al momento sono in pausa. Lui comunque ha seguito il progetto con entusiasmo. Alla fine, se l'ho disegnato, è grazie a lui e alla sua caparbietà. Glielo dedico, assolutamente
A: Sono fidanzato da nove anni. Anche il mio compagno mi ha sempre appoggiato e sostenuto nel progetto, e no, non è mai stato geloso della ciurma di pirati che affollava il mio computer!

Se volete altre informazioni su Black Wade/Jimbo visitate il sito ufficiale:

www.jimbocomics.com

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