recensione diMauro Giori
One-handed Histories
Dopo un primo capitolo generale sulla storia dell’”immagine omoerotica” (molto discutibile), Burger analizza il cinema porno gay con una tesi ben precisa in mente: a suo avviso, questo genere cinematografico, lungi dall’esaurire la sua funzione nel servire da supporto per la consumazione di un atto erotico, ha rappresentato uno strumento importante di visibilità e di coesione per la comunità omosessuale, di cui ha documentato espressioni, luoghi, forme di socialità e persino tappe storiche altrove (ad esempio nel cinema istituzionale) taciute.
In verità non si tratta di una tesi nuova, né è una tesi che si può applicare al solo porno gay. Anzi direi che coglie un aspetto addirittura lapalissiano del genere porno, importante ma parziale. Qui sta la debolezza del lavoro di Burger: nonostante qualche onesto sforzo in questo senso, non riesce a mettere nel giusto rilievo la relatività della funzione documentaria del porno, che finisce con l’enfatizzare in modo ipertrofico a scapito di altri suoi aspetti altrettanto (se non più) importanti, quali il suo carattere fantastico, l’uso strumentale di ciò che Burger ritiene voglia documentare, il suo essere pur sempre e prima di tutto finzione (non in quanto film porno, ma in quanto film).
In altre parole il porno ha sempre svolto una funzione documentaria importante, ma pur sempre secondaria rispetto ad altre finalità che solo un’analisi formale rigorosa può rilevare, mentre Burger si limita alla solita, più semplice analisi contenutistica del genere.
Così, anche la proposta finale di Burger, che vorrebbe più film porno “documentari”, capaci cioè di registrare lo status quo del mondo gay facendosi promotori di coscienza politica, è piuttosto ingenua (per quanto utopisticamente condivisibile) e mostra di sottovalutare i meccanismi istituzionali (dell’istituzione cinematografica così come la intendeva Metz, che ne allargava la definizione a includere non solo il lato produttivo ma anche quello fruitivo, tanto critico quanto spettatoriale). Meccanismi che condizionano il cinema porno (uno dei generi più rigidamente convenzionali) non meno di quello “regolare”.