recensione diMauro Giori
Will & Grace: come ti normalizzo il gay (castrandolo) per tutta la famiglia
Di tutte le serie a tematica omosessuale che hanno invaso la televisione di fine secolo, specie dopo la straordinaria esperienza di Ellen, la più premiata è senza dubbio Will & Grace, il cui successo, oltre che su una confezione spesso brillante, si basa proprio su ciò che la De Generes aveva rifiutato: il compromesso.
Benché dei quattro personaggi principali della serie due siano gay (Will e Jack), e benché il sesso rappresenti il tormentone di quasi ogni puntata, l'omosessualità è rappresentata in modo oltremodo edulcorato, tanto che Jack può dire a Will: «riporta il sesso nella tua omosessualità!». Ma non è solo il sesso a mancare: latitano anche affetto e sentimento. Il successo di Will & Grace si spiega proprio con questa visione rivista e corretta dell'omosessualità, riadattata per un pubblico familistico. Gli sceneggiatori giocano in modo ripetitivo ed esasperante sulla frigidità di Will, scusa comoda per aggirarne la componente più prettamente sessuale, e sulla "quasi-eterosessualità" del suo rapporto con Grace. La serie finisce così col riciclare molti degli stereotipi comici e delle gag tipiche di ogni sit-com di ambiente familiare.
La vera fonte della comicità della serie non risiede nella coppia Will-Grace, ma in quella Jack-Karen, che infatti nel giro di poche puntate è stata promossa al ruolo di comprimaria. Sia pure in forme più moderate di quelle riscontrabili in altre serie tv, Jack e Karen sono i veri personaggi "irregolari". Con la sua effeminatezza, Jack non si presta agli equivoci che esasperano la vita di Will e lo spettatore, e infatti la sceneggiatura lo descrive come avente un'intensa vita sessuale (pur esaurita completamente fuori scena). È estroverso, egocentrico ma disinibito, vicino agli stereotipi del sissy ma senz'altro preferibile all'amorfo grigiore dello snob Will.
Allo stesso modo Karen è un'arricchita viziata e cinica, alcolizzata, dipendente da droghe e farmaci quanto dai vestiti di marca. Sembrerebbe un personaggio uscito da Absolutely Faboulous, se non fosse che non la vediamo mai non dirò drogata, ma nemmeno realmente ubriaca: anche nel suo caso l'audacia è più nella sceneggiatura che sullo schermo, ma il personaggio funziona, anche se rischia di ripetersi visto il repertorio ristretto assegnatogli (battute sul marito e sulle sue performance sessuali, disinteresse per la famiglia, scontri verbali accesi quanto brevi con Rosario, critiche al vestiario di Grace, condivisione di visioni ciniche e di gaudente economicismo con Jack).
Per avere due personaggi gay su quattro, Will & Grace è anche sorprendentemente povera dal punto di vista tematico, tanto che la si potrebbe definire un'anti-Ellen: se la serie della De Generes aveva finito con l'assumere un ruolo chiaramente politico (dire e fare vedere tutto, e tutto ciò che non si era mai detto e visto), Will & Grace attraversa l'universo gay quasi immune da qualsiasi approfondimento della realtà omosessuale. Gli unici momenti di serietà e di dramma che la serie si concede, fino alla noia, sono relativi alle crisi che attraversa la coppia quasi matrimoniale Will-Grace. Fa eccezione una manciata di puntate in cui emerge il tema del nascondersi (Will con il suo fidanzato di pochi giorni, cronista radiofonico, la cui "invisibilità" si presta bene a evitare qualsiasi contatto non solo erotico, ma persino affettivo tra i due, e Jack nei confronti di sua madre) e in cui si accenna alla difficoltà di Will di comprendere la propria omosessualità quando, ai tempi del college, era fidanzato con Grace.
L'universo omosessuale è così ridotto a una serie di luoghi comuni relativi a gusti musicali, passione per l'abbigliamento, avversione per lo sport, icone gay. Il successo della serie ha portato molte di esse a fare da guest star nelle ultime stagioni, da Cher a Madonna a Elton John, per non parlare di Michael Douglas nei panni di un incapace poliziotto gay o di Glenn Close in quelli di una celebre fotografa.
Insomma confezione brillante, contenuto discutibile.