recensione diGiovanni Dall'Orto
Sandman - ll fantasma della Fiera [1996]
Fumetto poliziesco, a colori.
New York, 1939: la grande Esposizione universale è una grande attrazione turistica. È quindi comprensibile che gli organizzatori (che oltre tutto non sono stinchi di santo) non vogliano che si risappia dei cadaveri orribilmente torturati che un serial killer vi abbandona nottetempo.
Ma Wesley Dodds, investigatore, coadiuvato dalla sua fidanzata, intelligente quanto pepatina, indaga sul caso. Scoprendo che tutte le vittime hanno una cosa in comune: sono omosessuali.
Eccolo quindi indagare nei locali "gay" d'anteguerra, scoprendovi a sorpresa anche un collega.
Che sarà la vittima successiva del mostro.
Il quale è uno psicopatico omosessuale traumatizzato dalla punizione inumana (a quanto pare, la castrazione) inflittagli da bambino da un padre fascistoide che lo aveva scoperto e letto con un cuginetto.
Dodds scoprirà l'identità del mostro e lo sconfiggerà, ovviamente.
L'aspetto positivo di questo fumetto è la cura con cui è realizzata la sceneggiatura, meticolosa nel ricostruire quel momento storico (anche per quanto riguarda la condizione umana degli omosessuali) e si diverte anche a ricreare gli scenari effimeri dell'esposizione del 1939. Bello anche il tratteggio dei sentimenti del protagonista quando scopre l'omosessualità del collega.
Gli aspetti negativi sono però più numerosi di quelli positivi: la banalità della caratterizzazione psicologica del serial killer (uno Psycho da strapaese, che pare uscito da una rivistina psicanalitica del 1950, irrancidito per il tempo trascorso nel frattempo), l'ordinarietà del disegno, e il pessimo lettering dei fumetti, sbiadito in modo indecente (al limite dell'illeggibilità).
Nonostante la professionalità con cui è confezionato, quindi, questo è tutto sommato un prodotto per cui difficilmente ci si strapperanno i vestiti per l'entusiasmo.