recensione diMauro Giori
The Times of Harvey Milk
I meriti di documentarista di Rob Epstein (che di solito firma i suoi lavori in coppia con Jeffrey Friedman) sono ben noti anche in Italia a chiunque abbia visto Paragraph 175 o The Celluloid Closet. Ma questo The Times of Harvey Milk, inedito da noi, è sicuramente uno dei suoi lavori più riusciti, equilibrati e importanti, e in patria non gli sono mancati gli apprezzamenti (compreso un Oscar per il miglior documentario, evento di non secondaria importanza).
The Times of Harvey Milk ricostruisce con affetto ma anche con obiettività la breve e faticosa carriera politica di Harvey Milk, comune cittadino (dichiaratamente gay) di San Francisco deciso a fare qualcosa per migliorare la sua città e riuscito infine, dopo vari tentativi infruttuosi, a farsi eleggere come consigliere del sindaco George Moscone. Una volta eletto, Milk si è occupato dei problemi di tutte le minoranze della città, guadagnandosi il rispetto anche di chi non aveva visto di buon occhio la sua elezione. Tranne che di uno dei suoi colleghi consiglieri, l'ultraconservatore omofobo Dan White, che nel giro di pochi mesi accumulò una serie di frustrazioni personali (non essendo riuscito a imporre la sua linea di pensiero) fino a rassegnare improvvisamente le dimissioni, salvo richiedere indietro la sua carica subito dopo. Non avendola riottenuta, il 22 novembre 1978 Dan White irruppe nel comune con una pistola e uccise sia Milk che il sindaco Moscone.
Allo shock di questo evento traumatico si aggiunse la vergogna di un processo che riconobbe a White tutte le possibili attenuanti e lo condannò a una pena ridicola. Poco dopo la scarcerazione, già alla fine del 1985, White si suicidò.
La voce narrante è quella di Harvey Fierstein.