recensione diFrancesco Gnerre
Men on men 2. Racconti gay
"Il racconto", scriveva in un saggio degli anni Sessanta Roland Barthes, "è presente in tutti i tempi, in tutti i luoghi, in tutte le società; il racconto comincia con la storia stessa dell'umanità; non esiste, non è mai esistito in alcun luogo un popolo senza racconti; tutte le classi, tutti i gruppi umani hanno i loro racconti".
Impedire a qualcuno di raccontarsi significa quindi impedirgli di esistere.
Gli omosessuali, uomini e donne, ai quali per secoli non è stato permesso di raccontarsi, i loro racconti li hanno elaborati lo stesso, ma clandestini, cifrati, ambigui, come cifrata, clandestina e ambigua era la loro vita.
Ora non è più così: i gay e le lesbiche non solo rivendicano diritti, eguaglianza e giustizia, ma si rappresentano elaborando un loro immaginario sempre più variegato. La pubblicazione di questi due volumi di racconti accomunati dal tema dell'omosessualità, quella maschile nel volume curato da Daniele Scalise (il secondo, dopo il successo del primo Men on men dello scorso anno), e quella femminile nel volume di Delia Vaccarello, sono la testimonianza di una consapevolezza di sé impensabile fino a qualche anno fa e il fatto che si presentano esplicitamente come racconti gay e lesbici non è un limite letterario, come è sembrato a qualcuno, ma è una importante affermazione di visibilità.
E' difficile qui dare conto degli undici racconti di Men on men e dei diciassette delle Principesse azzurre, come è difficile fare un discorso sulle caratteristiche più specificatamente letterarie degli autori che hanno collaborato ai due volumi.
iversi gli stili, diverse le storie: in Men on men si passa dalla rappresentazione di una vita di coppia di due uomini in un originale confronto con la coppia etero di Eyes Wide Shut di Kubrick (Gianni Farinetti) al tentativo di conciliare una tradizionale vita coniugale con un amore più fraterno e virile per un uomo (Piersandro Pallavicini), dalla rappresentazione inedita di un personaggio gay di ottantadue anni (Alfredo Ronci) ad una terribile storia ottocentesca di omosessualità e omofobia (Marco Lanzol).
E ancora il ricordo di una iniziazione adolescenziale e il sogno di "un mondo gentile" di Andrea Bergamini, gli adolescenti osservati sempre con incantato stupore di Piergiorgio Paterlini, i pirotecnici e spregiudicati giochi linguistici di Fabio Casadei Turroni e una surreale e scanzonata riflessione sulla solitudine che fa da filo conduttore al racconto di Gerardo Pepe.
Ecco l'indice dei racconti:
Almamegera (Matteo B. Bianchi);
Say Goodbye to Cosmobimbo (Matteo B. Bianchi);
Don Aldo (Tommaso Giartosio);
Doria (Tommaso Giartosio)
Venerdì santo (Alfredo Ronci);
Acqua salata (Alfredo Ronci);
L'uva primaticcia (Marco Lanzòl);
Ava Gardner da un torero all'altro (Omar Cerchierini);
L'ultima estate (Stefano Simonini);
Mani (Stefano Simonini);
A letto con Gabri (Andrea Demarchi);
Playback (Andrea Rossetti);
Luca tende la mano (Marco Mancassola).