recensione diVincenzo Patanè
Ai cessi in tassì
Il film ha avuto in Italia un burrascoso rapporto con la censura che lo ha fatto girare nelle sale (e quindi in videocassetta) con una soluzione inedita quanto ridicola: alcune scene sono state oscurate del tutto per qualche secondo.
A subire questa sorte sono state le sequenze più hard, tra cui una decisamente insistita di golden shower. Ma bisogna dire che la censura ne ha comunque lasciato molte altre sicuramente forti per un pubblico non disinibito perché, oltre alla scena della perlustrazione medica anale del regista/protagonista, le scene di nudo e di sesso si sprecano, compresa qualcuna di sadomasochismo. Senza dimenticare che l'intreccio stesso si basa su una continua ricerca di partner in cessi o altri luoghi canonici.
E' la prima opera di Ripploh (autore in seguito di un meno felice Taxi nach Cairo) che ha trasportato sullo schermo la sua storia personale. Infatti è stato un professore supplente che, dopo aver reso nota la propria omosessualità con una dichiarazione sul settimanale Stern, ha perso il posto e si è dato alla regia a tempo pieno.
Il titolo, che trova esemplificazione in una sequenza del film, si deve alla paura e/o desiderio che il protagonista ha di dover continuare una vita così estemporanea anche da vecchio, quando si sarà obbligati a raggiungere in taxi i luoghi di battuage.
Tutto il film gioca appunto sul suo dilemma: se sia preferibile la libertà di poter far l'amore ogni qualvolta se ne ha l'occasione - con una gioiosità evidentemente preAids - oppure il senso di umano conforto che può dare un compagno fisso che pretende però un comportamento fedele.
Un dilemma angoscioso, ma vissuto anche in maniera divertita e con un disincantato senso del già vissuto, che trova soluzioni diverse a seconda degli stati d'animo del protagonista e che trova invece Bernd del tutto schierato a favore di una coppia non aperta ad altre esperienze.
Ciò detto il film, che da un punto di vista tecnico rivela limiti quanto mai vistosi, ha il suo pregio maggiore nell'essere una visione estremamente fresca e sincera di un particolare tipo di vita gay, non priva di un'ironia liberatoria, che percorre tutto il film, nei momenti di sesso come in quelle di tenerezza. Dunque, a suo modo, è fondamentale per la cultura gay.