Il nome di Auden sulla copertina del libro fa l’effetto dell’intruso: il grande poeta trascorse a Sintra un solo mese, ospitato da Isherwood dopo che Spender aveva lasciato la località portoghese, e in quel periodo scrisse soltanto una lettera e un paio di poscritti con tanti saluti su lettere di Isherwood a Spender; il diario vero e proprio era stato redatto invece per alcune settimane da Isherwood, Spender e da Tony Hyndman, un giovane gallese che in quel periodo stava con lui, mentre il ragazzo di Isherwood, il giovanissimo berlinese Heinz Neddermeyer (detto per inciso, l’unico carino del gruppo), non vi mise mai mano perché non sapeva l’inglese. La stesura del diario comune e la stessa convivenza del gruppo, d’altronde, cominciarono a scricchiolare dopo qualche settimana di convivenza, e Matthew Spender, che ha curato quest’edizione italiana, opportunamente ne ha arricchite le pagine con lettere dei varî personaggi. I brani letterariamente più interessanti e mossi mi sembrano però soltanto quelli scritti da Isherwood: per il resto, calma piatta. I biografi di questi autori e quelli che dei loro scrittori prediletti vogliono conoscere perfino gli scarti, gli abbozzi e le note della spesa (beh, il diario del Pontormo però è simpatico proprio perché ci dà l’idea di come pranzasse un fiorentino del secolo XVI…), o il lettore semplicemente curioso, potranno trovare qualcosa di piacevole anche qua; ma certamente le opere di questi autori che meritano davvero di esser lette sono altre.