Il caro estinto

17 agosto 2005

"Il film con qualcosa che offende chiunque": con questo slogan la MGM ha distribuito il primo lavoro americano di Richardson, forte del successo internazionale ottenuto con Tom Jones.


Con l'aiuto di una serie di sceneggiatori (un po' troppi, a giudicare dalla frammentarietà del risultato), dei quali sono stati poi accreditati solo Christopher Isherwood e Terry Southern, Richardson trae dal romanzo di Evelyn Waugh una commedia nera dalle risonanze sinistre che spara cinicamente su tutto: religione e culto dei morti, televisione, mondo del cinema, perbenismo borghese, politica, esercito, consumismo, ecc. Sebbene discontinuo, il film presenta sequenze di una cattiveria esemplare e non teme di raggiungere livelli paradossali nelle sue caricature (come in tutta l'idea dei funerali spaziali, che non c'era nel romanzo).

Richardson ha il merito di non mettersi sopra a nessuno (nel suo primo film statunitense demolisce i miti americani, ma non è tenero nemmeno con la madrepatria) e di non mettere nessun personaggio sopra gli altri: il protagonista è infatti un inetto perdigiorno che spaccia per suoi versi che copia da un'antologia di poesia solo per far colpo su un'ingenua e svampita imbalsamatrice, come se la amasse perdutamente, senza però battere ciglio quando poi la giovane si uccide.


Il caro estinto presenta una galleria di interpreti sorprendente, tra i quali spiccano uno splendido John Gielgud nei panni dello zio da seppellire e Rod Steiger in quello di Joyboy, un maturo truccatore di cadaveri edipicamente dipendente dalla madre obesa. Tra gli altri compaiono anche Tab Hunter nel ruolo di una guida del cimitero e Liberace in quella di un venditore di bare (è la sua unica partecipazione cinematografica in cui non suona il pianoforte).


Sebbene non vi sia nulla di esplicito, molti commentatori hanno intravisto in vari personaggi allusioni omosessuali, e in effetti è facile leggere in questo senso il pittore interpretato da Gielgud o l'effeminato venditore di bare di Liberace, per tacere di Joyboy, che non ha padre, è morbosamente attaccato alla madre e, benché corteggi una ragazza, difetta di machismo (cosa singolare per Steiger, che a tratti sembra una caricatura di Peter Sellers).


Insomma, un "film con qualcosa di ambiguo per chiunque", che oltretutto presenta un singolare assortimento di attori gay ed è frutto anche di uno sceneggiatore gay e di un regista bisessuale, senza contare che Evelyn Waugh, prima di sposarsi, negli anni '20 era un ben noto "frequentatore" della scena gay e ai suoi amanti si ispirò per i numerosi personaggi omosessuali delle sue opere, particolarmente Brideshead Revisited (trasformata poi in una miniserie di successo nel cui cast figura ancora Gielgud).

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