recensione diMauro Giori
Chained Girls
Come si faceva fin dagli anni '10, con il pretesto di girare un documentario dalle pretese scientifiche viene messa insieme un'accozzaglia sensazionalistica di luoghi comuni su un argomento d'attualità che si presume possa titillare lo spettatore medio.
Il film si deve alle brillanti menti del produttore George Weiss, cui dobbiamo film come Glenn or Glenda e Nudist Life (1966), e del regista Joseph P. Mawra, la cui carriera di ben due anni annovera perle come White Slaves of Chinatown (1964) e Mondo oscenità (1966). I due chiamano a raccolta i luoghi comuni più beceri sul lesbismo (e sull'omosessualità in genere) fingendo scientifica obiettività (citano a ripetizione statistiche da fonti non meglio precisate) e onesti intenti sociologici per cercare di capire a fondo "il problema del lesbismo".
Si parte da Saffo, cui si deve in sostanza l'invenzione del lesbismo, per saltare direttamente alle metropoli contemporanee.
Mentre il narratore ci delizia con il suo sapere da rotocalco di bassa lega, le immagini indulgono volentieri al soft-porno nell'illustrare il mondo notturno in cui si muovono le lesbiche, come fossero voraci e pericolosi animali da preda. In effetti vengono descritte come ninfomani insaziabili, che appena si incrociano si precipitano a rotolarsi nella prima cabina telefonica che trovano libera, senza nemmeno aspettare di arrivare a casa.
Il narratore intanto ci spiega che le lesbiche si dividono in butch e femme, e ovviamente quando fanno coppia si uniscono sempre una lesbica di un tipo e una di un altro, a scimmiottare la coppia eterosessuale e persino il suo rituale di matrimonio (di solito celebrato da un maschio omosessuale). Le lesbiche - forse non lo sapevate ancora - organizzano regolarmente festini in cui si accoppiano casualmente (il vero intento soft-porno del documentario, a usufrutto del maschio eterosessuale, qui emerge senza più finta retorica), violentando anche in gruppo le novizie. Sono però perennemente a caccia di amore, anche se le loro unioni durano raramente più di qualche settimana (ma sembra attestata l'esistenza di una coppia che sta insieme da circa nove anni!).
Le femme sono perfette casalinghe, le butch gelosissime e violente (il documentario ci mostra persino una lotta furibonda tra due lesbiche per l'amore di una terza, che assiste impassibile mentre una delle due ammazza l'altra a pugni e sberle lasciandone il cadavere coperto di sangue sul pavimento).
Questi florilegi di autentiche scemenze ci vengono serviti per oltre un'ora, con ritmo mortifero, e sono illustrati grazie all'inestimabile contributo di attrici prelevate con tutta probabilità dalla strada (in tutti i sensi possibili) e dal mondo del porno di serie Z: il loro imbarazzo davanti alla macchina da presa è pari solo a quello dello spettatore odierno, che può trovare alcuni momenti del documentario involontariamente esilaranti, mentre altri sono semplicemente offensivi e ripugnanti.