recensione diGiovanni Dall'Orto
June Pride [2001]. Un boy's love con persoanggi di spessore.
Finalmente si cambia aria. Dopo avwer letto la traduzione di tante storielline boy's love (o shonen ai che dir si voglia) magari ben disegnate ma del tutto sconnesse, talora proprio stupidine stupidine, June pride propone una vicenda che ha un capo ed una coda, e personaggi che hanno un loro spessore. (Certo, lo spessore a questi personaggi serve soprattutto per mostrarsi mentre si tormentano senza posa, ma questo fa parte della convenzioni del genere, e del gusto delle lettrici per cui questo tipo di fumetti viene disegnato).
Su questa svolta non può non avere avuto influenza il fatto che a monte di questo fumetto c'è un vero e proprio romanzo, dunque la sceneggiatura è partita da una vicenda già ben strutturata di suo. Sia come sia, la differenza si nota.
La vicenda qui narrata è quella di due liceali, Takumi Hayama e Gie, che si ritrovano in un collegio giapponese.
Takumi (disegnato con i tratti infantili e gli occhioni enormi dei cuccioli) ha un segreto, e un problema che ne deriva: da bambino il suo fratello maggiore ha abusato di lui e non solo: scoperto dalla madre, ha riversato l'intera colpa dell'accaduto sul fratello minore. Che da quel giorno non riesce più a sopportare il contatto fisico con altre persone.
La situazione di Takumi non migliora neppure quando il fratello muore di malattia.
Il fumetto non ha una trama raccontabile, perché si basa tutto sul "petit rien" della paziente e progressiva apertura, piccolo episodio dopo piccolo episodio, dell'armatura di Takumi, grazie alla perseveranza e all'amore incrollabile di Gie. Che infine riuscirà a superare il suo blocco e a far l'amore con lui.
Rispetto ad altri prodotti di questo genere, il gioco dei sentimenti qui ha un'importanza fondamentale, mentre la scena di sesso è toccata con pudore - anche nei disegni - come coronamento logico della vicenda e non come avvenimento gratuito e improvviso.
Il superamento del trauma significherà per Takumi anche la capacità di fare la pace con la memoria del fratello, e quindi con la famiglia che aveva creduto al fratello e non a Takumi.
Un buon prodotto.
A renderlo perfetto per i miei gusti avrebbe contribuito un'insistenza minore nel maceramento delle sofferenze, ma siccome mi rendo conto del fatto che una parte delle lettrici di questi prodotti vi cerca proprio questo, e tutti i gusti son gusti, chi vuole prenda pure le quattro stelle del mio giudizio per cinque... ovviamente se ama il tormento interiore!