recensione diGiulio Maria Corbelli
Per i più romantici
Edito originariamente in Gay.it
Sulla sofferenza d'amore sono state scritte montagne di pagine, alcune indimenticabili ("I dolori del giovane Werther" di Goethe o i "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes ad esso collegato) altre meno riuscite. Ivan Cotroneo, al suo secondo romanzo dopo "Il re del mondo", si cimenta a scrivere del dolore dell'abbandono in ambito gay e lo fa come un acrobata che si lanci senza rete: nessuna reticenza, nessun pudore, la sofferenza in "Cronaca di un disamore" è dichiarata continuamente, con lo stesso grado di ossessione con cui si impossessa della mente dell'innamorato deluso. Luca è stato lasciato da Maurizio dopo solo pochi mesi di relazione, un periodo breve che è stato sufficiente al giovane per fare dell'altro il centro della propria esistenza, il nucleo in assenza del quale lavorare, divertirsi, nutrirsi e fare qualsiasi cosa non ha più senso. Ecco che Luca per mesi dopo l'abbandono non riesce a tornare a vivere né ad ascoltare i consigli degli amici, parenti, colleghi e conoscenti che lo invitano a "non ridursi così". Ma lui non può separarsi dal suo dolore, lo coltiva raccogliendo (come Barthes rincorreva il suo sentimento seguendo il filo rosso dell'opera di Goethe) citazioni da libri, film, canzoni che parlano d'amore. E anche in questo caso l'autore decide di non sottoporsi a nessuna censura; compaiono nel testo frasi dal gusto vagamente patetico come "sarei capace di creare un mondo e poi regalartelo" oppure "non sogni anche tu di prendere e volare via per farti incenerire da una luce remota?". Ci si chiede, leggendo il libro di Cotroneo che ha il vantaggio di essere breve e di facile lettura, se è specifico dell'amore omosessuale questa facilità a trasformarsi in ossessione, se i gay sono particolarmente predisposti a consegnare alla persona di cui si innamorano la copia unica delle chiavi della propria esistenza. Sicuramente un libro adatto a chi mette i sentimenti al posto centrale.