recensione di Marco Valchera
Il giorno più felice della mia vita
La grande qualità della penna di Sebastiano Mauri, che si evinceva già dal suo romanzo di debutto Goditi il problema, è l’ironia: l’autore riesce nell’impresa di far sorridere il lettore anche quando l’argomento trattato dovrebbe suscitare tutt’altro sentimento. Questa sua dote è ben presente anche ne Il giorno più felice della mia vita, pamphlet che riflette sulla mancanza totale di diritti per gli omosessuali italiani. Mauri compie questa missione in maniera molto intelligente: parte dalla certezza, qualche riflessione aberrante di uomini di chiesa o la doxa comune, che viene di volta in volta analizzata con esempi calzanti e divertenti, i quali non rivelano un desiderio di affrontare il problema da intellettuale, ma di renderlo facilmente fruibile per tutti. Riesce, insomma, in quello che i latini avrebbero definito “miscere utile dulci”: si prenda, ad esempio, l’acuto capitolo su coloro che si servono della Bibbia per opporsi all’amore omosessuale, in cui, in tutta risposta, vi è una rassegna di passi che mostrano il trattamento riservato alle donne o all’educazione dei figli da parte dei testi sacri. Il fine è di dimostrare come sia necessario reinterpretare queste parole in relazione ai tempi moderni, altrimenti avremmo ancora schiavitù e donne condannate esclusivamente a una vita dentro le mura di casa. Il tutto viene condito anche con le sue esperienze personali, da invitato a un matrimonio fra due uomini in Argentina, subito dopo la legalizzazione di quest’unione.
L’Italia è l’unico paese in Europa, insieme alla Grecia, che continua a non esprimersi al riguardo – anche se sembra che abbia preso un impegno ufficiale con le Nazioni Unite – ma ciò che emerge da questo testo è anche la necessità di educare chi ci è intorno al cambiamento, ad abbandonare stereotipi e vecchissimi luoghi comuni che, purtroppo, i nostri mass media continuano a regalarci. Mauri, però, non abbandona mai il sorriso: un ottimismo pervade le sue pagine, anche se amaro e incredulo. Incredulo di fronte alle parole di un certo arcivescovo argentino, prima che assurgesse a papa, che criticava la legge sul matrimonio gay definendola “una pretesa distruttiva del piano di Dio” da parte del demonio, in netto contrasto con i discorsi molto più comunitari e positivi dei vari presidenti europei e non dopo aver legiferato.
La missione di Sebastiano Mauri è pressoché compiuta: ora sta agli italiani far sì che queste speranze di uguaglianza diventino realtà.