recensione diMassimo Basili
Il papa terribile
Non sembrava possibile che alle corrosive incursioni a fumetti del regista e sceneggiatore cileno naturalizzato francese Alejandro Jodorowsky nelle pieghe più oscure della storia della Chiesa fosse consentito superare le Alpi e giungere anche nelle nostre librerie. Con sprezzo dei veti d'Oltretevere (o semplicemente perchè in Italia il fumetto è considerato culturalmente irrilevante) Panini Comics, editore particolarmente gayfriendly, si è incaricato di dare alle stampe il seguito della saga dei Borgia, pubblicata in origine con Mondadori: stavolta si tratta di una prevista trilogia ispirata al papato di Giulio II e alle feroci campagne militari che ai primi del Cinquecento lo portarono a conquistare signorie e ducati della Romagna sotto il vessillo dello Stato Pontificio. Ma il fulcro della vicenda dei primi due volumi de Il papa terribile, proposti in unico tomo a un prezzo popolare (112 pp. a colori, 14 euro) è in realtà la chiacchierata omosessualità del pontefice e gli intrighi di potere che permettono a Giuliano Della Rovere di sconfiggere gli eterni rivali Borgia e di stringere alleanze opportuniste ora coi francesi di Luigi XII, ora con gli spagnoli di Ferdinando D'Aragona, instaurando una monarchia assoluta e spietata dove i piaceri della sodomia e lo spudorato nepotismo diventano strumento dell'esercizio del potere al pari di tradimenti e omicidi. Jodorowsky sa però il fatto suo anche quando prende spudoratamente in giro il lettore: aver dipinto il papa come un allupato satiro, goloso di terga di giovinetto come di quelle più stagionate di un affascinante Michelangelo, che viene convinto col ricatto amoroso a scolpire la sua tomba e ad affrescare poi la Cappella Sistina, sono in realtà licenze poetiche, iperboli allegoriche divertite e pure maledettamente divertenti, sostenute dai meravigliosi e infuocati disegni del fiorentino Theo (Caneschi).