recensione di Daniele Cenci
Il segreto tra di noi
Nelle Langhe una ragazzina subisce uno stupro, il soldato tedesco che l'ha violentata viene ucciso, un partigiano si immola come capro espiatorio per scongiurare rappresaglie contro la sua gente; la scena di Lena che soccorre la piccola ricorda la Pietà della Loren 'ciociara'.
Questo è il segreto sepolto sotto una cisterna diroccata, custodito da tre sorelle e pochi altri. La narrazione parte dagli anni '90, per poi riandare al 1944, attraverso una serie di vicende (c'è anche lo sconquasso recato dalla mortifera Acna di Cengio), e infine proiettarsi al 2025, quando Giovanni compie ottant'anni e, ancora inconsapevole, ricuce i frammenti del suo passato.
La saga che si dipana all'ombra della cascina del Valèt si ricollega ad alcune atmosfere (anche lì la violenza su un bambino segna un punto di non ritorno) di "Prima di morire", il precedente romanzo di Farinetti, fin nel richiamo al podere della Cagnalupa, dove trova ospitalità un giovane che pare suggerire al vecchio una ricomposizione dell'antica ferita.
Tra i tanti personaggi: 'Renzin, gettatosi nel fiume dopo che un compagno gli aveva negato il suo amore; i gemelli nati in una stalla del podere del Bambin, uniti per la vita da un profondo legame; lo scrittore Fenoglio, evocato durante una sua visita del 1955.