recensione diGiovanni Dall'Orto
Fun Home. Quando il fumetto gay ha lo spessore di un romanzo
Edito originariamente su La Gaya Scienza.
Fumettista già nota per la sua "striscia" sulle "Lesbiche da tenere d'occhio" ("Dykes to watch out for"), Alyson Bechdel si cimenta ora, con questo volume, in un'opera di ampio respiro: il racconto autobiografico della sua crescita, dall'infanzia all'età adulta, accanto a un padre omosessuale che aveva scelto la strada della "doppia vita" e del matrimonio eterosessuale.
Il racconto è solidamente costruito, con i ritmi giusti e il tono sempre azzeccato che vengono all'autrice da un lungo mestiere.
Giudicando con il distacco e il divertimento della maturità le manie e le ingenuità e le bugie la bambina che era stata, ed esaminando con la chiarezza d'idee di un'omosessualità accettata e rivendicata le contraddizioni della scelta del padre, Bechdel riesce a creare un vero e proprio "romanzo a fumetti", diverso dal solito, profondo nelle sue riflessioni ma al tempo stesso divertente e godibilissimo.
L'atteggiamento dell'autrice, che oscilla fra il sussiegoso distacco di studio quasi entomologico verso il proprio passato e la partecipazione viscerale e vissuta (Hei! questa è stata la mia vita!), le permette uno sguardo sicuramente originale su una famiglia come tante... ma non come tutte.
Da un lato abbiamo il padre, che ha deciso di essere un buon padre e marito, e a questo scopo s'è costruito attorno la camicia di forza d'una famiglia americana da spot pubblicitario, che finisce per gravare come una camicia di forza anche sui figli e sulla moglie. Che ha "sa", subisce in silenzio i suoi tradimenti con uomini, ma ha deciso di tacere per salvare il matrimonio e per il bene dei figli.
La Bechdel guarda al proprio passato con un atteggiamento a metà strada fra la nostalgia verso un'infanzia che a conti fatti non è stata infelice, e l'orrore dell'adulto che si rende conto di quale sia stato il prezzo pagato (e fatto pagare) per restare a tutti i costi nel solco della "normalità" piccoloborghese. Fino all'incidente stradale che falcia prematuramente la vita del padre: un incidente, come vuole la versione ufficiale, o un suicidio, come pensa la figlia, dopo essere stato denunciato per le sue attenzioni per nulla platoniche verso il fratello minorenne del giardiniere-babysitter della famiglia (nonché, rivela la madre, amante segreto del padre)?
All'insieme aggiunge un tocco surreale il "mestiere di famiglia", tramandato di padre in figlio: il becchino, su cui la Bechdel si diverte a ricamare, con quello humour
sarcastico e spietato che è un po' il suo marchio di fabbrica.
Eppure a ben guardare il sorriso ironico-affettuoso sfugge all'autrice anche per una costellazione di dettagli che la bambina giudicava parte della vita normale, quale aveva sempre conosciuto, ma che visti con l'occhio dell'adulto assumono un altro significato: dalla passione ossessiva del padre per l'arredamento, che lo porta a compiere capolavori di decorazione d'interni con pezzi originali del XIX secolo, alla sua passione profonda, sincera e in parte anche contagiosa per la letteratura, condivisa dalla madre, fino al rapporto "paterno" coll'aitante giardiniere-babysitter, che si porta dietro anche in vacanza. Ma lo sguardo divertito si applica soprattutto, spietatamente, a se stessa, e alle piccole ossessioni sperimentate da bambina e da adolescente. Una bambina magari un po' "butch" che voleva i capelli a spazzola e i vestiti da uomo... senza sapere perché.
Arrivata la pubertà, la protagonista deve affrontare la scoperta del proprio lesbismo, aiutata come molti di noi nati prima di Internet dai rari e quindi preziosissimi romanzi che permettevano di "riconoscersi" e scoprire quel che si era. In questa fase l'autrice/io narrante inizia a frequentare altre donne lesbiche, fa coming out con la famiglia, e inizia un confronto non previsto col padre, e con le sue scelte diametralmente opposte.
Qui la Bechdel, proprio perché ha fatto scelte diverse dalle sue, cerca di mettersi nei suoi panni, e cerca di capire cosa abbia significato per lui optare per la doppia vita, chiedendosi infine quanto sia dipeso da essa l'atteggiamento di padre impeccabile, che non fa mancare nulla ai figli, che a modo suo li ama, ma che resta sempre come sospeso e distaccato da loro e dalla vita di famiglia in generale.
E in quanto donna e femminista Bechdel si sforza di entrare nella pelle anche della madre, che è a conoscenza del segreto, e che è anche lei rinchiusa e stritolata dal meccanismo del piccolo paese in cui tutti sanno e mormorano, e della famiglia, e dei figli, rinunciando per questo meccanismo al bruciante sogno giovanile di recitare in teatro.
Il risultato di questa piccola saga a fumetti è straordinario. La Bechdel riesce a trovare il tono giusto, sempre equilibrato, sempre misurato, senza mai esagerare né sul versante dell'ironia (che avrebbe potuto rivelarsi fin troppo facile) né sul versante delle piccole tragedie e incomprensioni famigliari, che sono da sempre storie prive d'interesse per chiunque non sia una delle persone che le hanno vissute.
Per quanto la famiglia che l'autrice ritrae sia a modo suo alquanto anomala (quanti di noi hanno avuto un padre becchino col pallino dell'arredamento, della grande letteratura e... degli adolescenti di facili costumi?) il ritratto che emerge dai disegni della Bechdel è al contrario quello della famiglia quintessenzialmente "normale", assolutamente "media", in cui ciascuno di noi riconoscerà i tratti della propria. Magari con raccapriccio.
Credo che questo fumetto abbia molto da dire sia nel senso della riflessione sul prezzo richiesto dalla scelta di non fare il coming out, sia nel racconto di un "coming out" un po' speciale. Lo strumento del fumetto, quando è usato con l'abilità della Bechdel, permette uno sguardo più intimo ed immediato a un tema che ormai rischia di essere trito e ritrito quale il coming out.
Questo è insomma un fumetto che si legge come un romanzo, oppure, se preferite, un romanzo che ha la godibilità e l'immediatezza del fumetto: scegliete voi come giudicarlo. Ma in un caso o nell'altro, a mio parere, difficilmente risulterete delusi dopo averlo letto.