recensione diPatrizia Colosio
Omosessualità e Vangelo
Una raccolta di lettere di e a don Franco Barbero... e chi vorrebbe vedere i gay e le lesbiche gementi e piangenti in questa valle di lacrime dovrà cambiare occhiali.
Non capita spesso di leggere una premessa editoriale: questo libro si apre invece con le parole di chi ha voluto pubblicare questo volume "perché possa essere uno strumento d'amore".
Quale incipit migliore per un libro che si dipana come un canto corale, ricco di toni e di timbri diversi, capace di trascinare alla speranza e alla gioia anche le persone più restie.
Franco Barbero, "don" per la comunità di base, "Viottoli", fondata nel 1973 a Pinerolo, dimesso nel 2003 dallo stato clericale dopo quarant'anni di sacerdozio per le sue prese di posizione sempre più inconciliabili con i diktat vaticani, accompagna le persone che a lui si rivolgono in cerca di aiuto in un approccio all'omosessualità fatto di ascolto, empatia, rispetto e trasparenza.
Con la certezza, fondante, che "solo l'egoismo e la violenza sono contro natura" mentre "l'amore è sempre sotto il sorriso di Dio".
Subito, nella premessa, prende infatti le distanze dal fondamentalismo biblico della chiesa cattolica, che si muove tra pelosa compassione e violenta emarginazione-persecuzione di gay lesbiche e transessuali. Quella di Barbero è una chiamata alla consapevolezza che coinvolge tutte e tutti lungo strade che si percorrono solo insieme: credenti, non credenti, gay, lesbiche, eterosessuali, transessuali e quanti altri/e credono nell'amore e nella libertà .
Ma è a coloro che credono che egli dedica la sua passione e la sua fede poiché hanno il compito arduo di riuscire a percepire fino in fondo e con grande coraggio l'importanza del loro cammino:
perché vivendo apertamente il fatto che tra esperienza omosessuale e vita autenticamente cristiana non esiste alcuna inconciliabilità compiono una nonviolenta rivoluzione personale ed ecclesiale.
E nella lettera di risposta ad Alessia, stretta tra l'amore per la propria madre che la tortura e il desiderio di libertà, ritorna rafforzato e incarnato lo stesso concetto:
Molti seminano angoscia, sensi di colpa, ipocrisia: quando possiamo "dire la gioia" e viverla questo davvero è " rivoluzionario"
Deve essere la paura, di fronte al fiorire di associazioni e gruppi di credenti combattivi e visibili, a spingere la chiesa cattolica su posizioni sempre più oltranziste, fino ad arrivare a farsi scudo delle cosiddette teorie "riparative", che si rivelano vere e proprie
strategie per imprigionare l'essere più autentico della persona in una gabbia prima di tutto sociale, che per funzionare deve essere posta nell'anima della persona omosessuale.
Quella che potremmo definire in gergo omofobia interiorizzata alla massima potenza.
Ecco quindi che diventa fondamentale il passaggio ad una fede adulta, dall'autorità sacrale alla fatica e alla gioia della libertà fatta di "convivialità delle differenze".
E l'esortazione, più volte riproposta, a uscire dalla comoda "terra di nessuno" e investire con coraggio nella speranza e nella lotta, senza perdere tempo a leccarsi le ferite o a indugiare in sterili polemiche.
Il libro si chiude con le celebrazioni delle unioni di una coppia lesbica e una coppia gay nella comunità di Pinerolo; anche attraverso lo scarno resoconto si percepisce tutto il calore e il senso di appartenenza di chi ha condiviso questa esperienza e ne ha fatto tesoro.
Lo stesso senso di possibilità che si prova dopo aver letto queste pagine; ecco perché vale la pena di leggerlo e di farlo leggere a chi crede in Dio o a chi, semplicemente, crede nelle donne e negli uomini di buona volontà.