recensione diFabio Bazzoli
Acqua Storta
Questo libro mi è piaciuto molto, però devo dire che la struttura a ritroso del racconto, oltre a renderlo non immediato da seguire, introduce anche un po', come dire, di artificiosità. L'unica altra opera letteraria che conosco che rovescia il verso temporale è lo splendido Tradimenti di Harold Pinter (la prima scena è la più recente nel racconto, la seconda si riferisce a un episodio accaduto qualche settimana prima dell'episodio di apertura e così via).
Ma lì si trattava di affrontare il tema più abusato dell'intera letteratura occidentale (forse): una questione di corna, e inoltre la scena che si riferisce all'episodio più vecchio getta una luce nuova su tutta la vicenda che fin lì abbiamo seguito: quella storia poteva essere raccontata solo così.
Qui non solo il tema non è affatto abusato (una storia d'amore fra due camorristi) ma anzi è forse la prima volta che appare nella letteratura: poteva essere raccontato dal suo sorgere al suo epilogo senza alcun effetto di già sentito da nessuna parte, mi pare, e magai avrebbe evitato lo straniamento brechtiano che ci impedisce qui e là di immedesimarci completamente (anche perché non ci è chiaro a che punto della storia siamo).
Se era completamente voluto, mi domando perché.
Poi la storia contiene diversi momenti molto forti, e soprattutto la scena dello stupro di gruppo in carcere, che in questi giorni appare attuale in modo sinistro.
Tutto è raccontato con una lingua personale e asciutta, dura. Mi vengono in mente le stesse importanti riflessioni che Francesco Pettinari fa sull'"Indice" a proposito di Gomorra e dell'inestricabile intreccio fra qualità visiva e forza del racconto.