recensione diFabio Bazzoli
Caro amato ragazzo
A libro abbandonato capisco che la mia delusione era molto prevedibile.
Pensavo davvero di trovare pur vaghissimi fremiti erotici nelle lettere mandate da Whitman a un giovane vetturino?
Pensavo sul serio di poter vedere all'opera la passione di un omosessuale in là con gli anni verso un ragazzo della classe operaia?
Le lettere son tutte (quelle che ho letto) piene di dettagli e informazioni, come appunto in una lunga amicizia, cortesi, attente, tenere e paterne, ma del tutto prive del più piccolo brivido.
Molto affettuose, sì, ma assolutamente (e ovviamente!) senza la più lontana eco dei veri sentimenti e delle pulsioni che Whitman doveva provare nei confronti di questo caro amato ragazzo.
Da cui per altro era riamato.
La parte più interessante e bella del libro è l'introduzione, e in particolare la trascrizione delle pagine che il ragazzo ha lasciato su Withman.
Certo non poteva esserci alcun riferimento esplicito, già lo sapevo, conoscendo Whitman e pensando all'epoca.
Ma non c'è nemmeno l'eco, che un lettore fine come me aveva la pretesa di riuscire a cogliere.
Ma uno scrittore sa ben depurare le parole, come sa farle risuonare quando vuole farlo.
Ecco, in queste lettere, se c'è esercizio letterario è proprio nel tenere distantissimo ogni gesto che il lettore (il ragazzo a cui sono rivolte, ma anche noi) potrebbe intendere come equivoco.
Questo libro contiene il calco esatto, il negativo di ciò che forse, non tanto consapevolmente, pensavo potesse contenere.
Ben mi sta, sporcaccione.