Vedermi alla terza persona. La fotografia di Claude Cahun

A quelli che non sono stati contenti del loro ruolo sulla Terra, Dio fa passare un tribunale d'appello: io fornisco il teatro, scegliete le vostre scenografie, le vostre avventure, i vostri personaggi, il vostro sesso, il vostro trucco...

Siamo nella Francia dei veleni, la Francia di fine secolo, dell'Affair Dreyfuss.
Una ragazza cambia nome.
Sceglie un nome ambiguo, da maschio e da femmina, Claude, esceglie un cognome, Cahun, che amplifica la sua origine ebraica.
D'ora in poi si chiamerà Claude Cahun, né uomo né donna, portando orgogliosamente lo stigma di un popolo al confine.

Claude Cahun viene da una famiglia d'intellettuali di Nantes, il padre è il direttore di un giornale, dove la giovinetta potrà pubblicare i suoi primi scritti, più noto lo zio Marcel Schwob, amico dei più famosi poeti dell'epoca e scrittore molto conosciuto lui stesso.

Claude Cahun sarà una lesbica (seppur una lesbica un po' particolare) in quel vivaio di studio sull'ambiguità del genere che è la Parigi degli anni '20.
Vivrà una relazione gelosa ed esclusiva con Marcel Moore (anche questo un nome d'arte), la sua sorellastra acquisita. Il padre di Claude sposerà infatti in seconde nozze, quando le due ragazze sono già grandi, una conoscente, la madre di Marcel.

Claude Cahun vivrà da vicino l'esperienza culturale del surrealismo, sarà amica di André Breton, che pure era un omofobo convinto, e scriverà brevi testi, ben illustrati da collage fotografici, che vedono il viso e il corpo di Claude ritagliato, incollato, ripetuto mille volte.

Claude e Marcel, all'avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, si ritirano sull'isola di Jersey, che la mala sorte vuole sia l'unico lembo del suolo inglese invaso dai tedeschi.

Incuranti del pericolo che corrono, raddoppiato dall'origine ebraica di Claude, oltre che dagli stravaganti gusti sessuali delle due, iniziano a produrre manifestini di propaganda antinazista. Scoperte, verranno condannate a morte, ma la deportazione e l'esecuzione a causa di un tentato suicidio di Claude vengono rimandate.

Così Claude e Marcel, benché provate da un anno di prigionia nazista, arrivano a vedere la fine della guerra.

I nazisti hanno devastato la loro casa, hanno scoperto e disperso buona parte del materiale fotografico lì trovato, perché (secondo l'ufficiale tedesco di stanza a Jersey) "pornografico". Si dice che fossero presenti delle foto sadomaso.

Claude e Marcel non torneranno a Parigi e manterranno sporadici contatti con l'intellighentsia parigina, che pure frequentavano prima della guerra.

Forse per questo l'oblio cadrà su di loro, sulla loro esperienza e sulle loro straordinarie biografie.

Invano Marcel cercherà, alla morte di Claude, di donare il loro archivio fotografico all' isola di Jersey. Solo l'acquisto fortuito di una serie di documenti da parte di un appassionato porterà alla luce questa storia.

Oggi Claude Cahun è nota soprattutto per le sue fotografie, che mettono in evidenza la costruzione sociale del genere, la presenza dello specchio come elemento che raddoppia e sdoppia l'identità.
Ma curioso è anche l'oblio che l'ha travolta, e il fortunato caso che l'ha fatta riscoprire.

Da una parte la presenza delle donne nella cultura ufficiale soffre delle stesse difficoltà che incontrano le donne nelle avanguardie artistiche, non essere prese molto sul serio, essere sempre figure sulla soglia, pronte ad essere dimenticate.

Dall'altra la passione smodata di uno studioso, che sembra presentare i tratti a volte un po' maniacali del fan, riporta alla luce ciò che la storia ufficiale nasconde.

Di tutto questo e molto di più parla il libro di Clara Carpanini, che con attenzione e competenza fa il punto su quanto è stato scoperto ed è stato prodotto intorno all'opera e alla figura ormai quasi mitica di Claude Cahun.

Per saperne di più: http://www.claudecahun.org/

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