Heinz Dörmer

Perseguitato sotto il nazismo, ma anche dopo.

Vita

Heinz Dörmer (Berlino, 1912 - vivente) è stato prigioniero nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale a causa della propria omosessualità, considerata un crimine dal partito nazionalsocialista.

Dörmer fin da piccolo fu coinvolto nei gruppi giovanili parrocchiali e, all'età di quindici anni, iniziò a frequentare i locali gay di Berlino.

Nel 1929 fondò un gruppo giovanile che chiamò "Compagnia dei Lupi" che si occupava di teatro amatoriale e viaggi e nel quale ebbero luogo alcune storie amorose tra giovani omosessuali. Nel 1932 Dörmer entrò a far parte del movimento Scout nazionale tedesco.

Nel 1933, dopo la presa del potere di Adolf Hitler, le organizzazioni giovanili tedesche vennero forzatamente inglobate all'interno della Hitler-Jugend, la gioventù hitleriana, e Dörmer fu obbligato a farne parte.

Nell'aprile 1935, Dörmer venne accusato di attività omosessuali in base al paragrafo 175 e venne imprigionato.

Per un periodo di circa dieci anni Dörmer venne più volte imprigionato e rilasciato da numerosi campi di concentramento (tra i quali Sachsenhausen) e prigioni ove subì le crudeli repressioni riservate a coloro che indossavano il triangolo rosa, il simbolo degli omosessuali.

Finita la guerra Dörmer venne trascorse altri otto anni in prigione a causa del paragrafo 175, ancora in vigore nella Germania Ovest, e che venne definitivamente abolito solo nel 1994, dopo la riunificazione tedesca.

Heinz Dörmer è stato uno dei cinque gay che si prestarono a riportare le proprie memorie nel documentario Paragraph 175 sulle persecuzioni contro gli omosessuali durante il periodo nazista.

Il film, prodotto da Jeffrey Friedman e Rob Epstein, si avvale della voce narrante di Rupert Everett.

Una citazione

"Il cervello delle SS era completamente fuso: era diretto soltanto su di noi. Eravamo considerati una razza infame ed essi potevano fare di noi tutto ciò che volevano. Se uccidevano qualcuno di noi venivano addirittura lodati e noi dovevamo stare a guardare." (Heinz Dörmer)

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