recensione diVari
Una giornata particolare
Finalmente ci siamo riusciti: abbiamo fatto un film - in Italia - nel quale si vede il duce ed il suo alleato, l'assassino nazista, per quello che erano realmente, due tragici buffoni pieni di boria omicida, e, quel che più conta, li si vede per poco tempo e in filmati d'epoca, vere comiche finali.
Mussolini e Hitler sono i protagonisti sonori della vicenda (durante tutta la giornata si ascolta la tronfia voce di un annunciatore che fa la radiocronaca di un loro storico incontro romano) ma i veri protagonisti sono la casalinga e l'omosessuale che si incontrano per caso e per caso passano una giornata insieme.
L'Italia in camicia nera applaudiva, la vera Italia aveva ben altri problemi a cui pensare ed il lento cambiamento della casalinga Antonietta a contatto dell'annunciatore omosessuale allontanato dall'EIAR perché "vizioso e antifascista" è forse una delle pagine più belle che il nostro cinema abbia dedicato appunto a quest'altra Italia, nella quale le camicie nere se non facevano schifo poco ci mancava.
La stupidità italica viene rappresentata con ferocia (magistrale è il progressivo, rapido svuotamento di un enorme palazzo per assistere alla parata dei due criminali) mettendo bene in risalto la volgarità omicida che aveva colpito l'intero paese: Antonietta e Gabriele ne sono immuni perché, seppur con enormi differenze tra di loro, sono due esseri pensanti, soprattutto la donna, che prende coscienza del suo ruolo, anche se alla fine abdica al suo destino di donna-madre-casalinga-fattrice di prole.
La giornata particolare germoglierà nel ricordo della fine del "suo" Gabriele ed il seme gettato non resterà senza frutti, perché le si è schiuso dinanzi un mondo nel quale il duce mascelluto non è ombelico del mondo ma squallida comparsa in un dramma più grande di lui.
Loren, Mastroianni magistrali, il fotografo De Santis decisamente nella sua forma migliore, il regista Scola calibrato, valentissimo e, quel che più conta, antifascista sul serio, senza camicie nere e sfilate, come tanti, troppi altri.