recensione diStefano Bolognini
Una snob tra i transessuali
Questo libro espone i risultati dell'incontro fra l'universo dei transessuali e un'antropologa snob (che si era precedentemente dedicata ad approfondite ricerche su Sette sataniche e occultismo). Risultati che sono catastrofici.
Vita da trans, invece d'essere una equilibrata ricerca antropologica su transessualismo e prostituzione in Italia, mette infatti nero su bianco le curiosità morbose di un'antropologa. Sembrerebbe quasi l'ansia di vedere il pene, nascosto da gonnelle glitterate, il leit motiv di questo testo.
La Gatto Trocchi è convinta che "l'instabilità psichica" faccia da
"pendant a quella sessuale a questi personaggi [i transessuali, ndr.], che presentano uno show di femmine bellissime e stravaganti".
Chi ben comincia...
Non bastano insomma le parti più "accademiche" del libro, come le (interminabili) divagazioni (con continue quanto asfissianti citazioni dotte) sulla storia del travestitismo e del transessualismo, al mito dell'androgino e all'ermafroditismo, e l'ampia bibliografia, a togliere l'impressione che l'antropologa sia andata alla vana ricerca di una chimera.
L'impresione finale, dopo la lettura, è che l'antropologa (che si autodescrive mentre "si tuffa tra i rigurgiti maleodoranti della nostra specie") andasse espressamente in cerca di devianti "alieni" per esaltare la normalità.
Invece ha solo raccolto "le menzogne" ("tutti i transessuali ", sosteneva, avrebbero in comune "l'arte della menzogna"), che si meritava.