Saggio nato da una tesi di laurea: vi si ripercorrono le fasi d'un processo per plagio (reato poi, per fortuna, eliminato dal nostro Codice Penale in quanto incostituzionale), che ebbe anche vasta eco giornalistica, e tendeva in realtà a punire indirettamente l'omosessualità e lo stile di vita anticonformista di un intellettuale, Aldo Braibanti, vicino ai Quaderni Piacentini e dedito a studi solitari vivendo in povertà. N'emerge un quadro molto sconfortante della visione dell'omosessualità che era diffusa in quei tempi, anche tra gli uomini di cultura. Il giovane saggista estrae inoltre dalle carte processuali (tra le quali si destreggia molto bene, pur non essendo un giurista) e dai resoconti giornalistici una galleria degli orrori di pregiudizi e miserie dell'Italia degli anni Sessanta: la quale purtroppo, sotto certi aspetti, rassomiglia a certa Italia odierna.