recensione di Marco Valchera
Stranger
Stranger, perla acustica tratta dall’ultimo album del duo inglese Goldfrapp, Tales Of Us, si immerge nuovamente nel bianco e nero di Drew e Annabel e, come quest’ultimo, ci racconta una storia legata al mondo omosessuale. Questa volta, sempre attraverso la regista Lisa Gunning, l’intreccio si rifà largamente a Lo sconosciuto del lago, solo che in versione femminile: la protagonista, interpretata dall’attrice irlandese Laura Donnelly, ricorda, attraverso una fede nuziale portata a mo’ di ciondolo, il suo incontro sessuale occasionale con una donna sposata, al termine del quale ha strangolato la sua partner. L’anello serve da madeleine proustiana per sviluppare il ricordo dell’omicidio, che non sembra portare con sé alcun tipo di rimorso.
Ci sono molti elementi in comune con la pellicola di Alain Guiraudie: il continuo vento, il paesaggio agreste, l’oceano (in questo caso), lungo le cui rive, nel finale, avviene l’incontro con la carismatica leader Alison Goldfrapp, che, come in Annabel, si è ritagliata un piccolo cameo, nel ruolo, qui, di una probabile nuova vittima.