Ebrei, luterani, omosessuali nella Sicilia pre-unitaria

Quest'opera tratta della giustizia criminale in un'area feudale della Sicilia dotata di notevole autonomia politica, la Contea di Modica, creata nel 1296 e dissolta solo nel 1816. La contea aveva un proprio tribunale nonché una sede del tribunale dell'Inquisizione, e parecchie carte di entrambi sono sopravvissute fino a noi.

L'ho trovata una lettura affascinante perché tratta di luoghi ed eventi - sia pure di "storia locale" - che ben difficilmente si aveva avuto occasione d'incontrare prima di leggere questo libro, anche se purtroppo il suo tallone d'Achille s'è poi rivelato proprio la trattazione della repressione della sodomia.

Fondamentalmente il libro è una spigolatura d'atti giudiziari e notarili (spesso inediti) rintracciati dall'autore, accompagnati da un commento e da una descrizione del contesto in cui nacquero. Per questo il risultato finale non è una narrazione continua, ma risulta piuttosto frammentario, saltando da un documento all'altro e da un argomento all'altro.

Ciò che viene perso in continuità è però guadagnato in varietà d'argomenti, tant'è che Ereddia ci fornisce qui una delle scarse ricerche d'archivio italiane sul reato di sodomia nell'Italia preunitaria (si vedano al tale proposito le pp. 143, 156, 200, 205-207, 226 e nel cap. IX ("Il diavolo e i suoi inganni: omosessuali e streghe") le pp. 210-217).


Interessante ho trovato alle pp. 205-207 la discussione dell'ipotesi che il reato per cui Michelangelo da Caravaggio fu costretto a fuggire da Malta e fu espulso dai Cavalieri di Malta fosse quello di sodomia: Ereddia nota come il tipo di punizione prevista per la sodomia e quella effettivamente comminata in effetti coincidessero. Purtroppo non sono sopravvissuti documenti sulla vicenda, ma Ereddia riesce a muoversi con cautela, mantenendosi sul lato della verosimiglianza e senza eccedere in voli pindarici incompatibili con le fonti. Tutto sommato a me il ragionamento è sembrato convincente:

"La formula stessa con cui il Caravaggio veniva espulso dall'Ordine, "tamquam membrum putridum et foetidum", troppo somiglia al "putridum et foetidum" con cui veniva bollata dalla Chiesa e dalle Prammatiche dei sovrani il "peccato nefando", la sodomia, perché ci si possa limitare a considerarla una pura coincidenza" (p. 206).

Il capitolo IX si apre invece con il racconto (sbrigativo) del processo al giurisperito Vincenzo Lo Monaco, dell'anno 1600, rintracciato nei documenti inediti d'archivio. Peccato che alle pp. 212-213 l'autore si lanci in un'improvvida "storia in pillole" della repressione della sodomia nell'antichità, in cui affastella nomi e testi senza alcuna logica e soprattutto senza nessuna chiara cognizione della tematica, al punto da arrivare a concludere, dopo aver parlato della misoginia della Chiesa cattolica, che:

"non sappiamo quanto questa repulsione per la donna, instillata giorno per giorno nell'animo dei fedeli, abbia potuto influire sul diffondersi dell'omosessualità (...) Certo è che una repressione così virulenta e instancabile della sfera della (etero)sessualità non poteva non essere senza effetto sui comportamenti sessuali della gran massa dei fedeli" (p. 213).
(E mi si perdonerà se evito di commentare...).
Quanto al Lo Monaco, nel 1603 fu condannato all'esilio perpetuo assieme alla famiglia, e gli furono sequestrati tutti i beni. E si noti che la condanna fu mite, per i tempi, in considerazione del suo elevato livello sociale.
L'autore riporta infine alcuni decreti che colpivano la sodomia, e sottolinea come per la mentalità dell'epoca la sodomia fosse istigata direttamente dal demonio.

Purtroppo il testo di Ereddia, che appare ben ferrato su temi come l'ebraismo o la stregoneria, non appare altrettanto a suo agio con il tema della sodomia, perdendosi in digressioni o in minuzie e mancando d'aggredire il tema principale con elementi che possano risultare nuovi per il dibattito.
Manca insomma all'autore un quadro di riferimento, com'è tipico nel mondo accademico italiano, per cui l'opera discetta a ruota libera come se sull'argomento non esistessero contributi precedenti.

Quanto appena detto non può comunque a cancellare il fatto che, in un contesto accademico omofobico come quello italiano, Ereddia ha comunque portato alla luce e pubblicato documenti inediti, arricchendo in questo modo lo scarso mazzetto d'informazioni di cui disponiamo.
Per questo motivo il suo contributo rimane comunque interessante e da non trascurare.
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