Mambo italiano

8 gennaio 2005, "Pride", ottobre 2004

L’estate cinematografica, apertasi con Wild Size di Sébastien Lifshitz, si è chiusa con un altro film a tematica gay: il canadese Mambo italiano di Émile Gaudreault. Tratto da una pièce teatrale di successo di Steve Galluccio, racconta del trentenne Angelo (Luke Kirby), figlio di immigrati italiani a Montreal, che va via di casa per andare a vivere col poliziotto Nino (Peter Miller). Quando i genitori scoprono che la loro è in realtà una relazione, scoppiano casini su casini e la cosa diventa un affare di famiglia. Tra mandolini e pizze, il film è zeppo all’inverosimile di luoghi comuni sugli italiani, in particolare sugli immigrati non integrati nella società d’adozione; in più abbonda di stereotipi sui gay. Ma, al di là del fatto che i luoghi comuni nascondono sempre un fondo di verità, è sinceramente divertentissimo. Tutto sommato, ricordate Il Vizietto?, film come questi sono utili per fare capire all’uomo medio la normalità dell’essere gay. E ciò non è male, solo che quello con Tognazzi e Serrault era un buon film, mentre Mambo italiano è poca cosa. Tutto qui.
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Altre recensioni per Mambo italiano

titoloautorevotodata
Mambo italianoMauro Giori
11/08/2005

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