recensione diRoberto Cangioli
Le voglie diverse di John A. Symonds
John Addington Symonds
(Bristol 1840-Roma 1893) fu uno dei principali letterati inglesi del suo secolo. Si contraddistinse soprattutto grazie alla prolissità dei suoi scritti: oltre alle innumerevoli recensioni per diversi periodici, pubblicò studi su Dante e suoi poeti greci, poesie, saggi e libri di viaggio.L'opera ritenuta più importante rimane però il complesso di volumi dedicati alla Storia del Rinascimento in Italia.
Per capire il contenuto dell'autobiografia qui recensita è necessario raccontare come andarono i fatti dopo la morte dello scrittore.
Le Memorie di Symonds rimasero custodite nella biblioteca principale di Londra fino al 1976, quando un bibliotecario rispose all'annuncio che il curatore di questa biografia, Phyllis Grosskurth, pubblicò su un giornale letterario inglese richiedendo informazioni sugli scritti inediti di Symonds.
Ciò che aveva spinto Grosskurth a pubblicare l'annuncio era stato il ritrovamento, in un mercatino, di una biografia datata 1895 a nome Horatio F. Brown. Nel volumetto in questione Grosskurth aveva notato che erano stati riportati brani molto personali e vari stralci di un'autobiografia mai pubblicata dallo scrittore. Da lì a poco il nostro curatore scoprì che H. F. Brown era stato l'esecutore letterario di Symonds a cui lo scrittore aveva consegnato il manoscritto. A sua volta Brown, alla sua morte, aveva lasciato il manoscritto di Symonds nelle mani della biblioteca di Londra, nel 1926, con la proibizione di pubblicarlo prima di cinquant'anni.
Questo scritto rivela l'omosessualità del famoso scrittore, omosessualità vissuta inizialmente nel disgusto e nel terrore che una simile "malattia" potesse venire scoperta.
Tuttavia nel corso degli anni (l'autobiografia è stata scritta durante tutto l'arco della vita) Symonds sembra ricredersi, o meglio: dall'iniziale preoccupazione personale dettata dalla paura che le sue "voglie diverse" venissero scoperte, si fa portavoce, attraverso questo scritto, di tutti quegli uomini afflitti da quella che lui considererà, probabilmente fino alla sua morte, una malattia.
Uomini innocenti, rispettabili, ma ossessionati da sensi di colpa e da paure di punizioni; uomini, spiega Symonds, feriti nel carattere da tutto ciò che comporta un amore clandestino vietato dalla legge, costretti a desideri inappagati e privati dai piaceri che la passione reciproca concede agli altri "normali".
Lo scrittore si sente in dovere, a più riprese, di difendere gli uomini che subiscono la sua stessa condizione e che a causa di essa potrebbero perdere la propria rispettabilità, nonostante una vita spesa in energie lavorative e perseveranze notevoli.
Symonds considerava la sua patologia alquanto rara, tanto che solo verso la fine dei suoi anni, dopo aver letto gli scritti di Casper-Liman, di Ulrichs (l'unico con il quale condivideva in pieno l'ipotesi dell'omosessualità innata) e Krafft-Ebing, ebbe modo di sapere, da una parte, che la sua "inversione sessuale" non era poi così insolita, e dall'altra che forse questa sua "deviazione" era innata in lui, come in altre persone, e non dovuta a un trauma infantile.
Interessante notare in questa autobiografia come la passione per i bei giovanotti prenda il sopravvento sulle vicende familiari dello scrittore, poiché per Symonds risulta più semplice ricordarsi la data del suo primo incontro con uno dei suoi amanti preferiti piuttosto che la data del suo matrimonio, o quella della nascita delle sue figlie.
Symonds, che vive la sua omosessualità come un tormento, è tuttavia in continua contraddizione con se stesso, soprattutto quando si tratta di parlare del suo matrimonio: se a volte si ritiene felice perché ha sposato una donna poco incline alla richiesta di sesso (di modo che lui possa porre altrove le proprie attenzioni sessuali), altre volte si rammarica per lo stesso motivo in quanto pensa che se sua moglie fosse più esigente sessualmente, le di lei richieste lo distoglierebbero da pensieri peccaminosi e oltremodo oltraggiosi verso se stesso.
L'autobiografia, come spiega lo stesso Symonds nella prefazione, è divisa in tre parti.
La prima va dalla nascita nel 1840 al 1864, quando si sposa e lascia Oxford.
La seconda parla degli anni dal 1864 al 1877.
La terza è senza dubbio la più interessante, perché riguarda la sua esperienza intellettuale emotiva e religiosa, nonché gli ultimi anni passati a Davos Platz (in Svizzera).
Il lato personale viene spudoratamente contrapposto alla propria produzione letteraria dallo stesso scrittore, che ha il terrore di essere tacciato d'essere uomo volgare e depravato, confessione alquanto tragica come quella che peraltro fece il compositore russo a lui contemporaneo, Ciaikowski, che non esitò a definire la sua vita come il suo ultimo capolavoro: "Patetica".