recensione di Stefano Bolognini
Le ceneri di Hitler in un fanta-delirio
Le ceneri di Hitler (!) vengono riutilizzate per produrre donne di plastica pronte a soddisfare tutti i pruriti sessuali di ogni uomo. E oltre...
Tra le disparate richieste, quella davvero bizzarra di donne di due metri, senza testa, con alito fetido e genitali in diverse parti del corpo...
Nel tempo il progetto sfugge dalle mani degli inventori del riuscito prodotto. Dapprima le "donne biologiche" protestano e pretendono l'uomo di plastica, poi sono costruiti anche animali e oggetti a base di ceneri di Hitler. Questi ritrovati della tecnologia, evidentemente, si cimenteranno nella conquista del mondo.
Roes è un fanta-delirio del tutto privo di valore letterario che indaga tematiche relative alla sessualità, e maltratta l'omosessualità nella figura di un gay che avvierà la produzione di uomini di plastica per prestazioni eccezionali, suscitando le ire (e le voglie) delle donne.
In Roes è raccontato, e siamo nel 1966!, anche di una coppietta di omosessuali molto stereotipata: lui vecchio e ricco, l'altro giovane marchetta, entrambi esteti e... davvero "scheccanti". Ala morte del secondo, il compagno è degnamente sostituito da un uomo di plastica.
Un giudizio finale? Testo improbabile.