Psicopatie sessuali

21 aprile 2005

Letto e citato nell'edizione inglese Stein and Day, New York, 1965 (ristampa Arcade, New York, 1998).


L'opera di Krafft-Ebing rappresenta lo sforzo pre-psicanalitico più sistematico e più importante di rendere conto con un quadro complessivo di tutte le forme della sessualità umana che vanno al di là del rapporto eterosessuale a fini procreativi.

In questo trattato particolare rilievo - tanto da rimarcarlo nel titolo stesso dell'opera - è dato all'omosessualità, definita anche "sessualità antipatica" ("antipatico" è il concetto simmetrico di "antifisico", altresì in uso: vi ricorre ad esempio Carlier nel suo trattato sulla prostituzione).


I punti fondamentali del trattato, per ciò che ci riguarda, sono due:

  • l'omosessualità è una malattia;
  • l'omosessualità può essere innata (e persino ereditaria) oppure acquisita.

A onore di Krafft-Ebing bisogna dire che, a differenza di molti colleghi suoi contemporanei, egli ebbe poi il coraggio e l'onestà di ritrattare entrambe queste affermazioni, una volta resosi conto di quanto fossero errate. Ma in questo trattato, che ha goduto di lunga fama e ampia diffusione, si dice convinto di entrambe.


Per Krafft-Ebing il bambino è una tabula rasa la cui sessualità è determinata per lo più dall'ambiente in cui cresce. Sicché "se lo sviluppo sessuale è normale e indisturbato" (p. 186) non potrà che crescere in accordo con il proprio sesso biologico e puntare dritto alla procreazione. Se ciò non accade, allora c'è un problema.


Com'è prassi di molti trattati dell'epoca, Krafft-Ebing ci propina la sua bella classificazione degli omosessuali, che possono presentare diversi livelli di gravità.


Nel caso di omosessualià acquisita (di solito per eccesso di masturbazione: Krafft-Ebing sposa questa idea squisitamente ottocentesca con estrema convinzione e la ribadisce ad ogni occasione), si può avere:

  • semplice inversione dell'attrazione sessuale. In questo caso fisicamente non ci sono particolarità notevoli, sicché l'omosessuale rimane maschione e fa solo l'attivo;
  • evirazione e defemminizzazione. I due vocaboli (rispettivamente per maschietti e femminucce) non vanno presi alla lettera, stanno semplicemente a indicare perdita dei caratteri fisici propri del genere biologico. Insomma effeminatezza per gli uomini e mascolinità per le donne. Ovviamente i ruoli sessuali saranno conseguenti: per il maschietto si prospetta una vita da passiva.
  • transizione verso l'illusione di un cambio di sesso. Si ha quando l'indivudo si sente anche fisicamente di sesso diverso.
  • illusione di un cambio di sesso. Lo stadio finale della precedente possibilità, che per Krafft-Ebing coincide con la paranoia.

Negli ultimi casi si va verso la transessualità, ovviamente, che per Krafft-Ebing coincide dunque con la versione più grave della malattia che ha nome omosessualità.


Anche gli omosessuali congeniti sono classificati in quattro categorie (o sarebbe meglio dire stadi di gravità), ma solo dopo una lunga introduzione nella quale Krafft-Ebing deride alcune teorie, come quella di Schopenauer, secondo il quale notoriamente l'omosessualità si manifesta solo a una certa età ed è lo strumento con cui la natura evita che i maschietti troppo attempati possano procreare. Ma anche Krafft-Ebing ci mette del suo quanto a bizzarrie. Considera ad esempio "anomalia psichica" l'inclinazione per le arti che si riscontrerebbe in molti omosessuali, che inoltre soffrirebbero di un indebolimento dei centri del controllo del piacere e dell'eiaculazione (insomma sono perennemente eccitati ed eiaculano appena vedono un maschietto di loro gradimento). In altri aspetti Krafft-Ebing anticipa certe idee di Freud (come l'associazione tra omosessualità e paranoia).

È infine interessante notare come Krafft-Ebing sottolinei che molti omosessuali sono felici (p. 224), un fatto che raramente la scienza medica del tempo concede, sebbene serva solo a rimarcare la gravità del loro stato patologico, in quanto non si renderebbero conto di essere malati (un'idea che avrà lungo corso negli ambienti medici e psicanalitici, posto che sia davvero estinta).

Gli omosessuali congeniti posso dunque essere:

  • Ermafroditi psichici. Sono omosessuali che però provano ancora un po' di attrazione per il sesso opposto. Insomma, bisessuali con una forte propensione per l'omosessualità. Va da sé che per loro c'è ancora speranza e si possono curare più facilmente.
  • individui omosessuali, o urnings (da notare la ripresa del termine di Ulrichs, assai singolare visto che i suoi trattati di solito sono semplicemente derisi dai medici del tempo). Questi sono proprio gli omosessuali incalliti e di solito sono nevrastenici (perciò eiaculano al primo contatto!). Curiosa l'annotazione per cui agli omosessuali maturi di solito non piaccioni i ragazzini, che invece attirano i vecchi. Questo per concludere che di solito gli omosessuali non sono pericolosi per i ragazzi (p. 242). L'omosessualità rimane tuttavia pur sempre una malattia, anche se a questo livello è solo mentale, sicché fisicamente l'individuo corrisponde al proprio genere biologico. I maschi qundi sono attivi, ma attenzione, basta anche solo pensare di fare la passiva e si è promossi al terzo livello (p. 241)!
  • effeminati. Questo è il livello cui si è promossi se si hanno inclinazioni passive, cioè femminili, quindi si è effeminati (logico, no?), e fin da giovani. Il dato positivo e rassicurante, per Krafft-Ebing, è che i passivi non sono attirati dai ragazzini.
  • ermafroditi. Qui siamo all'ultimo stadio della malattia, quando cioè anche il corpo si adegua ai desideri "sessuali contrari" (ad esempio nel caso di uomini con voce o tratti somatici femmili).

Per ciascuna delle otto categorie Krafft-Ebing riporta tutta una serie di casi clinici, talora anche piuttosto approfonditi, che sono forse la parte più interessante del testo, vere e proprie piccole (pato)biografie di nostri trisavoli, tra i quali si trovano precursori di ogni attuale pratica sessuale (ci sono per esempio fissati per i superdotati, o per gli abiti di pelle).


L'ultima parte del trattato è dedicata alle terapie. Per l'autore occorre anzitutto capire il prima possibile il problema (precocità o ritardo della pubertà sono già un buon segno). Poi Krafft-Ebing raccomanda prefreudianamente di utilizzare i sogni come indizio (p. 297) e sostiene che non bisogna far caso ad atti omosessuali precedenti la pubertà. La cura consigliata è piuttosto semplice: niente masturbazione, esercizi della volontà e di autocontrollo, e ipnosi, durante la quale bisogna inculcare nel paziente l'amore per l'altro sesso, ma soprattutto l'orrore per la masturbazione. Alla fine è quello il vero problema!

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